(di Marcello Malta) PALERMO. Via la dieta sotto le feste pasquali! Lo abbiamo detto e lo ribadiamo ancora. Un piccolo sforzo ancora e, solo se lo vorrete, comincerete a pensare più avanti alla prova costume. Adesso è tempo di piccole grandi godurie gastronomiche. Orogastronomico vi ha presentato il dolce tipico per antonomasia, la colomba, declinata in plurime sfaccettature dagli artigiani del gusto siciliani.
Dalla classica a quella con cioccolato e marroni; cioccolato bianco e more; amarena, albicocche e mandorle; cioccolato e pera; arancia e cioccolato al carrubo; pistacchio e con frutti di bosco. Impossibile resistere. Il fine pasto di Pasqua impone una “gloriosa” chiusura dolce.
Volete esaltare al meglio le note gustative della vostra colomba? Bene. Se alle portate precedenti avrete a ciascuna abbinato un vino pertinente, siete nella cerchia dei fini cultori enogastronomici e andrà da sé l’epilogo. Se non lo avete fatto, avrete ugualmente la scusa per terminare gloriosamente il pranzo. Come? Con un vino dolce.
E lo ripetiamo ancora: vino dolce. Sì, perché non bisogna mai fare l’errore di voler attenuare il sapore dolce di un dessert con uno spumante brut. Errore marchiano. Bollino rosso. Se proverete a fare la classica prova morso-sorso, infatti, e se assaggerete uno Champagne, un Franciacorta o, peggio ancora, un Prosecco che non abbia le caratteristiche di extra-dry almeno, il connubio sarà fallimentare e nel cavo orale avrete gli stessi morti e feriti della “Guerra dei cent’anni”.
La colomba non ha dolcezza marcata (come il cannolo o la cassata, ad esempio). Quella che ha è frutto della copertura della glassa più che dell’impasto. A puntellarla le sfumature dolci donate dall’uvetta passa, marcatamente caratterizzanti. Da rilevare anche una succulenza indotta dalla masticazione, poiché la secchezza del prodotto stimola una certa salivazione. Se poi sono presenti anche mandorle, frutta secca, frutta candita come cedro o arancia, ecco che la preparazione assumerà precise connotazioni aromatiche.
I nostri parametri portano dritti ad un vino bianco, che sia aromatico, che sprigioni egregiamente note fruttate al naso e che doni sensazioni morbide al palato. Che abbia bollicine o meno. E siccome siamo campanilisti e tifiamo spudoratamente Sicilia, vi proporremo quattro vini dolci isolani dal momento che viviamo nella Fascia del Sole, terroir straordinariamente vocato per le uve aromatiche come Zibibbo, Malvasia, perché no, anche Grillo.
Bollicine
Occorrono vini che ricordino l’aroma dell’arancia e gli odori dei fori di zagara. Perfetto il Moscato di Alessandria o Zibibbo. Ecco due nostri suggerimenti.
Fazio Petali Moscato Spumante dolce Erice Doc
Di proprietà della cantina Fazio di Fulgatore, queste uve sono prodotte nel territorio della Doc Erice della Sicilia occidentale a 400 metri slm. È uno Charmat dal colore giallo paglierino tenue che ha profumi dolci e delicati, sentori di petali di rosa, di frutta agrumata e di erbe aromatiche. In bocca è brioso e stempera la secchezza dell’impasto della colomba, afferendogli completezza ed armonia. 10 € in enoteca.
Florio Moscato Spumante dolce
Immagine singolare, elegante, briosa e allegra. Raffigura una famiglia storica del mondo del vino famosa per il Marsala e per i vini dolci in genere. Anche questo è uno Charmat dal colore paglierino. Lo contraddistinguono evidenti note agrumate di arancia e di macchia mediterranea come la salvia. Non invadente, gentile. Accompagna amabilmente tutte le tipologie di colomba, purché non abbiano cioccolato evidente. Tra 9 e 11 € allo scaffale.
Vendemmie tardive e passiti
La bollicina a fine pasto non ti garba? Nessun problema. Si cambia. Ma ricorda che in nome della concordanza dell’abbinamento perfetto, saliremo di grado e struttura morbida, elevando anche la freschezza.
Gorghi Tondi Vendemmia Tardiva “Grillodoro”
Unico nel panorama siciliano, questo vino è decisamente straordinario, poiché ottenuto da una vendemmia posticipata di uve Grillo attaccate da una preziosa muffa nobile e rarissima dal nome Botrytis Cinerea. È il sole dorato della nostra Sicilia di un vigneto che si affaccia sul mare a pochi chilometri da Mazara Del Vallo tra la Riserva Naturale del Lago Preola e i tre gorghi circolari Alto, Medio e Basso, da cui il nome della cantina.
Ha un colore limpido, brillante, leggermente ambrato. Al naso è leggiadro ed effonde sentori di zagara d’arancio e gelsomino, note di miele e di frutta secca. Ma spicca una sensazione su tutte, dovuta alla muffa nobile: dei tocchi speziati gentili di zafferano. In bocca è armonico, molto gradevole. Lo butti giù e ti tornano sentori mielati e di frutta tropicale. Ottimo per accompagnare una colomba un po’ più strutturata della classica. Tra i 26 e i 30 € la bottiglia di 50 cl.
Donnafugata Ben Ryè Passito di Pantelleria
È inutile girarci attorno. È lo Zibibbo più famoso del mondo e lo conoscono tutti. Ed è prodotto dai tipici alberelli panteschi, dal 2014 bene immateriale e culturale appartenente al patrimonio Unesco. È giallo ambra profondo. Di straordinaria ricchezza ed intensità, ha una tessitura aromatica morbida, avvolgente, piena, da cui affiorano note fiabesche di arance candite, fichi secchi, datteri, carrube, miele di castagno, albicocche essiccate, pesche sciroppate, cioccolato bianco, vaniglia, zenzero e, se di qualche annata precedente, persino note di smalto e ceralacca.
In bocca una proverbiale freschezza bilancia una grandissima struttura. Grande mineralità di beva che ti richiama immediatamente il sorso una seconda volta. E poi una terza ed una quarta. Non finisce mai. Perfetto in abbinamento alla colomba più elaborata, che abbia anche dei richiami di cioccolato o della farcia. Circa 45 € la bottiglia da 75 cl. Sui 25 € la mezza.