PALERMO. Nella sede di rappresentanza del Comune di Palermo, alcuni esponenti dell’Associazione Slow Food e le prime botteghe facenti parte del progetto si sono riuniti per esporre la ragion d’essere e gli scopi della Comunità Slow Food. Nata il 17 aprile, la Comunità è stata profilata come una rete già presente e solida con il solo bisogno di essere istituzionalizzata. Con l’aspirazione di coinvolgere altre piccole realtà, la Comunità ha l’obiettivo di dare voce alla produzione piccola e specializzata, di porsi come strumento di trasmissione di conoscenze e soprattutto come modello esemplare della filosofia di Slow Food: cibo buono, pulito, giusto.
Villa Niscemi: Slow Food concretizza il progetto Comunità
La conferenza è stata moderata da Teresa Armetta, proprietaria con il marito Gino Armetta della storica Gastronomia a San Lorenzo. Teresa sottolinea l’importanza di partire dal capoluogo siciliano. <<Una città – afferma Teresa – che ha alle spalle una storia importante dal punto di vista delle attività commerciali, legata al senso di unione e di accoglienza. La bottega – continua la titolare della Gastronomia Armetta – è un luogo in cui si accoglie… Ci sentiamo un po’ l’anello tra il consumatore finale e il cittadino. La Chiesa è quell’elemento, si dice, attorno al quale nasce un borgo che poi diventa paese e poi città, fino alla bottega, come primo mezzo di scambio e di riconoscenza>>. Il progetto, come ha in seguito spiegato Teresa Armetta, include anche una fase di formazione che avrà lo scopo di trasmettere un lavoro e delle conoscenze storiche che non possono essere perdute.
Comunità Slow Food: la parola ai bottegai
Nel corso della conferenza sono intervenuti anche alcuni bottegai e dei loro rappresentanti, interpellati da Teresa Armetta. Proiettati in uno schermo anche i saluti di chi non è potuto essere presente. Le botteghe incluse nella comunità sono al momento dieci: Gastronomia Beltrami di Cartoceto, Provincia di Pesaro e Urbino; Macelleria Calandrino Lorenzo, Palermo; Rocco e i Fratelli Rapallo da Genova; Fornaio D’Aloisi San Lorenzo, Palermo; Extrò Pizza e Cucina, Palermo; Salumeria e Gastronomia Ferro Palermo, Panificio Guccione, Palermo; Prezzemolo Bartolomeo, Palermo; La Paesanella Mirto (ME). Alcuni Bottegai presenti come Roberta Beltrami, Maurizio Ferro e Bartolomeo Prezzemolo hanno preso la parola durante la conferenza, raccontando coraggiosamente la storia delle botteghe e il motivo che li ha spinti ad entrare nella comunità, ovvero la stessa passione di chi tanti anni fa a quelle attività ha dato vita.
Sottile: “È importante biodiversità”
I membri del comitato hanno parlato di bottega, una realtà piccola ma carica di storia, in cui è inscritto un dna di tradizioni e conoscenze che non va perduto ma valorizzato e raccontato attraverso la rete. <<Ribadisco ciò che ha detto Carlo Petrini: quello di oggi non è un punto di arrivo, ma un inizio >> afferma Francesco Sottile, membro del comitato esecutivo Slow Food. <<La Comunità a livello locale rappresenta il nucleo di condivisione che può portare beneficio al territorio. Poter parlare di questo qui, a Palermo e soprattutto in questa sede è qualcosa che mi emoziona. Sicuramente quello che proponiamo – continua Francesco Sottile – non è guerra alle GDO, il solo scopo è quello di parlare delle botteghe, presentare la piccola bottega come luogo di narrazione e attraverso i loro prodotti dare valore alla produzione in piccola scala>>. Un percorso lungo e ambizioso quello di Slow Food: <<Siamo passati – conclude – dalle piccole realtà alle etichette narranti e ai ristoratori, adesso sanciamo le figure dei bottegai, anche alla luce del ruolo che svolgono nella valorizzazione della biodiversità>>. Notevole anche l’intervento dei Vice Sindaco Fabio Giambrone, emblema della partecipazione costante e viva dell’amministrazione ai progetti Slow Food. Il Vicesindaco parla della concretizzazione di una rete già esistente e ringrazia gli esponenti Slow Food e le Botteghe. <<Abbiamo registrato il comune sentire e realizzato tutto in soli tre giorni. Ciò che stiamo facendo è qualcosa di straordinario che deve diventare ordinario. Mi auguro che ciò che facciamo a livello comunitario possa che diventare un esempio in futuro, in modo che ognuno dia il proprio contributo>>.
Gloria Minafra e la sua fotografia
Alle pareti della Sala degli Specchi di Villa Niscemi i presenti hanno potuto ammirare le fotografie di Gloria Minafra. Palermitana ma, come si definisce lei, “senza radici” Gloria Minafra ha fatto di “fotografia” e “viaggio” le parole d’ordine della sua vita. Pochi anni fa lascia il suo lavoro per dedicarsi interamente alla fotografia e, attirata nuovamente dalla sua città d’origine, comincia a raccogliere delle testimonianze proprio dai Bottegai. La fotografia, che ritrae sia botteghe di food e non solo, testimonia l’amore verso il territorio enogastronomico e artistico, immortalando dettagli, strumenti e le stesse mani degli artigiani. <<Quello che mi è dispiaciuto – racconta Gloria Minafra – è stato scoprire che molti di questi bottegai tra di loro non si conoscevano, ovvero non formavano una rete. Mi sono resa conto che erano sconosciuti, il calzolaio, il puparo, il vero artigiano. Per cui ho deciso di mettere su un racconto attraverso le immagini e mi sono chiesta come farli conoscere a Palermo e alla Sicilia. Da lì – continua la fotografa – ho pensato ai giovani, e all’idea di proporre il progetto nelle scuole, rendendomi anche conto di quanto in realtà questo progetto e gli stessi mestieri possano dare ai giovani, ancorati ad un modo obsoleto e non moderno di vedere l’artigianato>>.