PALERMO. E’ partito per caso, da un moto del cuore improvviso, l’appello del cuoco palermitano Giacomo Armetta in favore dei più deboli e dei più soli durante l’emergenza covid19. Armetta, come molti altri cuochi e titolari di attività di ristorazione, si è rivolto al “delivery” partendo dal pranzo di Pasqua, a costi davvero contenuti. Da li l’idea di “regalare” un pasto a chi da sempre vive tra mille difficoltà.
“Il settore della ristorazione è a pezzi, in caduta libera, e le previsioni non sono affatto rosee” – dice Armetta – ” diciamo che semu cunsumati che forse esprime al meglio il disastro che ancora ci aspetta. E che cosa fai mentre i pensieri più bui si impossessano della tua mente 24 ore su 24? Ti ricordi di loro. Di quelli che vivono “sempre” la situazione che tu stai vivendo ora e da poco. E’ salvifico pensare a loro, quando pensi di non avere più niente ma loro ti costringono a ricordarti che tu hai almeno una casa, un televisore, uno stereo, un telefono per dire ” ti voglio bene” a qualcuno. “Loro” sono i dimenticati, gli invisibili: sono quelli che non hanno casa, non hanno famiglia, che spesso hanno solo un cane. Il pensiero di queste persone oggi diventa ancora più importante, più toccante. Il pensiero di queste persone che secondo alcuni, non avendo una casa in cui stare chiusi, sono quasi dei “fuorilegge”, ti costringe a pensare che, malgrado tutto, tu sei un privilegiato. Per questo, nelle ultime ore, ho lanciato un appello sui social, “Regalate un pasto” con l’ashtag #aiutiamoci“.
E in poche ore un risultato c’è stato, significativo sia pure in poche ore.
“Devo dire alcuni grazie davvero di cuore. Ringrazio Belinda, dalla Puglia, così come Marco, dalla provincia di Palermo, un medico, che sa meglio di altri quanto pesanti siano questi giorni. Ringrazio in modo particolare una collega che vive i miei stessi problemi ma che non ha fatto mancare il proprio supporto: parlo di Marcella, Chef titolare del Bistrot Lo Zero di Montespertoli, in provincia di Firenze. Ringrazio questa Italia che, quando può, abbraccia senza remore, fidandosi di un oste sconosciuto. Grazie, grazie davvero: siete la prova del fatto che nulla è perduto, e che fino a che ci metteremo il cuore ci potrà essere salvezza.Sono felice di poter dare un attimo di sollievo e magari anche di gioia a chi vive in un deserto di angoscia:lo faccio per loro, ma anche per me anche se, tra il costo della materia prima, il carburante e la luce chiaramente non realizzo alcun utile.Ma va bene così, perché almeno ne gioisce il cuore. Il mio locale è chiuso, chissà se e quando riaprirà, ma a me manca come l’aria. La casa per un cuoco è il suo locale, la sua cucina è la sua vita perché è li che spende la maggior parte del suo tempo. Così mi chiudo nella mia cucina e mi sento utile, mi adopero, cerco di far finta che di la ci sia una sala piena e che io stia cucinando per i miei clienti”.
“E mi commuovo, e mi sento vivo, tra i profumi che mi sono cari e che hanno da sempre accompagnato la mia vita. Naturalmente consegno i pasti anche a chi decide di acquistarli per non cucinare almeno la domenica ( anche se, in ottemperanza alle disposizioni attuali, la consegna avviene entro la giornata di sabato, nda): sfigurati dalle mascherine, incontro sguardi tristi, impauriti, occhi lucidi e per brevi attimi prendo consapevolezza di quanto tutti noi stiamo soffrendo. Stiamo vivendo un dramma, e i conti li faremo dopo. Questo è il momento dell’aiuto e della speranza, e basta”.
Il box che Giacomo porta a casa o a chi ha più bisogno costa 10 euro e contiene un antipasto, un primo e due secondi. L’iniziativa continuerà per tutte le domeniche di limitazioni. Se volete regalare un box pranzo a chi ha gravi problemi di sussistenza, o se volete acquistarlo per voi stessi, potrete farlo visitando il profilo social del cuoco inviando un messaggio, o chiamando il numero 338.3329133.
giacomo