PALERMO. I ‘Generali’ di BAR WARS, la Fondazione mirata a proporre strategie e mezzi per” vincere la guerra dei locali”, interviene sulla questione della delivery dei cocktail durante il lockdown.
Portavoce della Fondazione nello specifico è Andrea Marini, direttore dell’ingrosso online PRO BAR. Oggi, ancora più di ieri, analizzare i costi in maniera adeguata, strutturare un’offerta vincente con i margini corretti e saperla portare davanti agli occhi dei clienti attraverso il marketing fa la differenza tra la sopravvivenza e il fallimento, motivo per cui BAR WARS con il suo team di esperti sta supportando gli imprenditori del settore bar fornendogli gratuitamente strategie pratiche da applicare nell’immediato per continuare a fatturare e guadagnare nonostante la crisi del COVID-19.In particolare, ora BAR WARS risponde ai dubbi sulla delivery dei cocktail sollevati da qualche testata come Bargiornale citando l’art. 20 del Decreto Ministeriale 153 del Marzo 2001, senza per altro assumere una posizione ben definita, perché esso non riguarda i bar ma chi opera con macchinari, attrezzature e mezzi di trasformazione, di condizionamento o di deposito di alcol etilico e bevande alcoliche.
Questa la posizione di BAR WARS e dei suoi esperti imprenditori e consulenti legali: un Cocktail Bar con regolare licenza di somministrazione di alimenti e bevande, che imbottigli i cocktail al momento e li consegni in breve tempo, opera secondo una normale e legittima somministrazione per asporto.
Le 3 cose da sapere per fare delivery
1 L’imbottigliamento deve avvenire al momento e deve essere consegnato in breve tempo. Ovvero deve trattarsi di normale attività di somministrazione per asporto, quella che ha l’Iva al 10%, come se venisse consumato nel bar.
2 Non c’è limite alle consegne in un anno se non c’è, come detto sopra, attività produttiva.
3 Regolarizzare i propri fattorini o affidarsi a chi ha già tutte le autorizzazioni necessarie, come Glovo, Uber Eats, etc., facendo bene attenzione a calcolare l’impatto economico del servizio di consegna per adeguare l’offerta di vendita.
Spiega Marini: “In un momento come questo è inutile sprecare energie chiedendosi se tra 10 leggi di vari enti coinvolte nel delivery delle bevande alcoliche ce ne sia 1 che non è a favore – condizione che per inciso non si è manifestata. Il vero quesito dovrebbe essere se conviene rischiare una multa pecuniaria rispetto a tenere in piedi la propria attività imprenditoriale, considerando che il distanziamento sociale costringerà i bar a lavorare con l’asporto e il delivery per diversi mesi. Non solo fino all’ 1 Giugno. Questa qui per i locali è una guerra e come tale va combattuta!
“Il destino di un locale non può dipendere da un regalo del Capo del Governo perché tutti i settori sono in crisi, soprattutto in Italia dove la situazione è sfuggita di mano.- conlcude Marini-. Bisogna quindi attivarsi per uscire il prima possibile da questo momento certamente difficile e trasformarlo in un’opportunità di crescita, perché i più rapidi ad evolversi a fine crisi avranno un mercato da poter conquistare ancora più spoglio di concorrenti e quella, per loro, sarà una nuova età dell’oro.”