CAMPOREALE (PA). Camporeale Days non è stato solo un occasione per passeggiare tra i banchi d’assaggio, allestiti all’interno del Baglio del Palazzo del Principe, ma un modo per scoprire il territorio circostante, dai primi insediamenti ritrovati nell’area archeologica del Monte Iato fino alle produzioni enogastronomiche di eccellenza del territorio, dalla pasta al vino.
Tra i comuni di San Giuseppe Jato e San Cipirello, in provincia di Palermo, sorge, su un colle panoramico, l’antica città di Jetas. Si affaccia, da un lato, sulla Valle del Belice e, dall’altro, sulla Valle dello Iato ed è stata attiva dall’età greca e romana fino al Medioevo, grazie a una posizione particolarmente strategica. Citata nelle opere di storici come Tucidide, Diodoro Siculo, Plinio e Cicerone, divenne uno dei cinquanta insediamenti urbani più importanti dell’Isola.
Gli scavi, durati quasi cinquant’anni, hanno portato alla luce l’Agorà, delimitata su due lati da portici colonnati, il Tempio di Afrodite, il Teatro, costruito sul modello del teatro di Dioniso ad Atene, e la Casa a Peristilio.
La zona della Valle del Belice non solo è ricca di storia e archeologia ma, dai tempi più remoti, è la culla del grano e del vino. È proprio in queste terre che nascono prodotti dalla forte valenza identitaria, frutto della dedizione di donne e uomini che hanno trovato in questi luoghi l’amore per la propria terra.
Feudo Mondello ha fatto della filiera corta, a metro zero, il suo marchio di eccellenza. L’azienda agricola, appartenente alla famiglia Agosta dalla metà dell’800, sorge sopra una collina, circondata da campi di grano, che sovrasta la Valle del Belice. Un lungo lavoro, quello portato avanti dalla Famiglia, che ha visto il recupero e la tutela di antiche varietà di grano siciliano, come il Senatore Cappelli.
Nel pastificio, si sente l’odore genuino e primordiale delle farine e delle semole prodotte tramite un mulino con macina in pietra naturale. Ciò permette di conservare il germe e parte della crusca del grano. Una ricetta “lenta”, basata sul giusto rispetto dei tempi e dei processi, per ottenere la pasta.
La lenta macinazione a pietra, la lenta idratazione della semola grossa, la lenta trafilatura in bronzo e la lenta essiccazione a bassa temperatura. Tutti elementi che permettono che la pasta mantenga, il colore, il profumo ed il gusto del grano di origine.
Alessandro di Camporeale è un’azienda vitivinicola, gestita dalla famiglia Alessandro, che ha saputo raccogliere quanto gli è stato tramandato dai loro avi. Il vino è il frutto del lavoro portato avanti da quattro generazioni di viticoltori e basato su una visione rivoluzionaria. La produzione, oggi in biologico, è incentrata sul vigneto e sulle buone pratiche in cantina. I vini sono così in grado di esprimere l’essenza vitivinicola siciliana.
La degustazione di diverse espressioni di Catarratto è stata accompagnata dalla visione dell’antico vigneto di Mandranova. Ciò esprime il forte legame che l’azienda ha con il territorio dell’agro di Camporeale. I vini degustati sono stati il Catarratto Metodo Classico 2017, Benedè Catarratto 2020, Catarratto Vigna di Mandranova 2018, Catarratto Vigna di Mandranova 2017, Catarratto Vigna di Mandranova 2016. Un confronto tra cinque espressioni di Catarratto in cui si è manifestata la versatilità di questo vitigno. Il Metodo Classico con le sue note agrumate, Benedè con la sua vinificazione in acciaio, Vigna di Mandranova ottenuto con una parte della massa che fa una leggera maturazione in legno, a seconda dell’anno di vendemmia, tra gli 8 e i 14 mesi.