PALERMO. Il lancio di una nuova linea di vini racchiude sempre in sé un credo, una missione, dei punti di condivisione e di aggregazione, ma soprattutto una filosofia interpretativa che lega con un filo rosso tra loro le espressioni delle singole etichette alle norme di vita di chi le produce. Quella che ha ispirato l’azienda Rocca Sirignano è la stessa che i produttori Leonardo La Rocca e Giovanni Scaduto hanno profuso, assieme ad Annika Petterson e Giulio Scaduto, in A’Nica Ristorante & Pizza Gourmet, un ristorante delizioso sito nella intima ed elegante via Alloro a Palermo, oggi strada che stilla cultura, un tempo dimora delle più alte cariche di città. Niente stravaganze, niente dismisure o voli rocamboleschi. Come la cucina di A’Nica trasuda semplicità nella sua espressiva essenzialità dei prodotti siciliani, intersecando tra loro mare, terra e monti senza sovrabbondanze e né dismisure, così i vini di Rocca Sirignano narrano la genuinità e la purezza di un profondo attaccamento alla terra e alle tradizioni autentiche delle famiglie isolane. Tradizioni come quella della vendemmia, vero e proprio momento di aggregazione e di compartecipazione tra produttori e operai. Ci troviamo tra Alcamo e Monreale, quest’ultimo uno degli areali più estesi d’Italia addirittura, in cui per raccogliere le uve le giornate iniziavano molto presto, prima dell’alba. La vendemmia era, ed è tuttora, un momento intimo di unione e di amore per la Natura. Momenti magici, resi ancor più unici dal vino e dal cibo preparato dalle mani esperte delle donne di famiglia. L’atmosfera ricreata al Giardino dei Giusti a Palermo per la presentazione di Rocca Sirignano è stata proprio questa: quella di serenità, di leggerezza e di essenzialità. Un modo di far vino legato al rispetto per la terra, ma soprattutto volto a riscoprire il fascino del Borgo antico del vino, elemento di cultura, ma anche di festa. Quattro i vini in produzione, tutti come prima annata e tutti monovarietali, tra acciaio dei due vini bianchi e più o meno lunghi passaggi in legno per i due rossi. Sono Grillo, Chardonnay, Nero d’Avola e Syrah, tutti abbinati alle pietanze proposte da A’Nica. Piatti poveri che riecheggiano la tradizione contadina siciliana: sfincione, insalata d’uva, formaggi, caponata, sformato di pasta con le fave,maccheroni con salsa e melanzane, melone e dolci con la ricotta. «Da bambino ogni fine estate assistevo e partecipavo ad una festa entusiasmante che durava quasi un mese, era la vendemmia – racconta Leonardo La Rocca. I contadini accorrevano con le famiglie e si stabilivano per il periodo della raccolta nel Borgo, dove anticamente si trovava la cantina di famiglia. Ci si svegliava presto quando era ancora buio per andare a raccogliere l’uva, poi a metà pomeriggio le donne tornavano e iniziavano a preparare per la sera. Si mangiava insieme, tutti attorno a grandi tavolate, con cibi genuini e stagionali».
Tutti bio i vini di Rocca Sirignano, portatori sani di convivialità, di famiglia, di celebrazione delle cose autentiche della vita.