PALERMO. Assegnati ad aspiranti chef i master gratuiti 2022 della Onlus Peppino Falconio. Sono andati a quattro alunni degli istituti alberghieri siciliani. La commissione di valutazione è stata capitanata dai due chef stellati siciliani: Pino Cuttaia e Tony lo Coco.
Borse di studio Peppino Falconio: i nomi dei premiati
Sono Girolamo Lo Giudice (indirizzo Cucina dell’Istituto alberghiero Pietro Piazza di Palermo); Serena D’Angelo (Istituto alberghiero Ignazio Vincenzo Florio, di Erice in provincia di Trapani); Matilde Faraci (Istituto alberghiero Filippo Re Capriate di Licata in provincia di Agrigento); Carmelo Nibali (Istituto alberghiero Alessandro Manzoni di Mistretta in provincia di Messina).
Premiati dagli stellati
I quattro alunni selezionati frequentano due l’indirizzo cucina e due l’indirizzo sala-bar, novità introdotta in questa edizione. Premiati da Tony Lo Coco e dalla madrina dell’evento, l’attrice e scrittrice Chiara Francini. I ragazzi sosterranno master formativi presso i ristoranti stellati dell’associazione Le Soste di Ulisse.
Tra le qualità ricercate
L’attitudine a intraprendere questo tipo di mestiere e i richiami nelle elaborazioni ai territori di provenienza. Potranno inoltre iscriversi gratuitamente al primo anno dei corsi di laurea di Scienze e culture gastronomiche per la sostenibilità, Turismo sostenibile, Scienze e tecnologie alimentari e Viticoltura ed enologia, messi a disposizione dall’Università degli studi di Teramo.
I piatti degli alunni
Girolamo Lo Giudice ha presentato “Il mare nell’orto”, ricetta a base di seppie, fave fresche, gamberetti, pomodorini e farine di ceci e di semola. Serena D’Angelo ha proposto “Patata vastasa 2.0” piatto della tradizione trapanese, rivisitato con cipolla rossa, caciocavallo semi-stagionato, succo di pomodoro pizzutello e origano secco.
L’indirizzo sala-bar, i cocktail categoria fancy
Prova supervisionata dal consigliere nazionale Aibes, Luciano Mammarella. Matilde Feraci ha presentato alla commissione “Sweet melon” a base di centrifugato di melone Cantalupo di Licata, wodka al melone, gin, succo di limone, sciroppo ai fiori di sambuco, foglie di menta e spumante brut.
“Sicilia bedda” è invece la creazione di Carmelo Nibali che si è imposto miscelando prosecco, aperol, succo d’arancia bionda e succo di melograno. A Carmelo Nibali anche il premio della critica per originalità e creatività. Premio andato anche a Rosalia Marchese (Istituto Pietro Piazza di Palermo) per cura dell’abbigliamento e comportamento. A Michela Mulè (Istituto Filippo Re Capriata), premiata per tecnica e pulizia e dettagli culturali del piatto.
Pino Cuttaia, chef due stelle Michelin e presidente dell’associazione Le soste di Ulisse
“Ai ragazzi – ha dettoCuttaia – voglio dire che senza passione al primo ostacolo si molla questo mestiere. E alla base deve esserci la cultura e lo studio, con cui si diventa grandi professionisti. La ristorazione – ha continuato – è cambiata ed oggi è la sintesi di tanti mestiere. Entra l’architettura, il design e una filiera di piccoli artigiani”.
“A questi giovani dico – ha concluso Cuttaia – di avere sete di imparare, cultura del lavoro. Di non avere fretta e soprattutto di non guardare l’orologio perché un buon risultato non ha tempo. Cogliete opportunità come quella messa a disposizione della onlus Peppino Falconio, tenendo ben presente le nostre tradizioni e il nostro made in Italy”.
Francescopaolo Falconio, presidente della Onlus Peppino Falconio
“Da Palermo e dalla Sicilia – commenta Falconio – ci arrivano conferme su tutto quanto muove la nostra associazione. Gli chef Pino Cuttaia e Tony Lo Coco si sono resi infatti disponibili per una collaborazione che farà scegliere proprio agli allievi premiati l’area geografica dove svolgere il master formativo nei ristoranti gourmet appartenenti all’associazione Soste di Ulisse. E’ una grande apertura di credito per questi ragazzi ed è per noi motivo di orgoglio e soddisfazione”.
Dino Mastrocola, rettore dell’Università degli studi di Teramo e presidente della commissione di valutazione della Onlus Peppino Falconio
“L’Università di Teramo è l’unico ateneo che si interfaccia con tutti gli istituti alberghieri italiani”, ha spiegato Mastrocola. “Mettiamo convintamente a disposizione i nostri corsi di laurea che rappresentano la nostra identità scientifica, ma anche i nostri valori. Il tema della sostenibilità include per noi quello della legalità e la sua applicazione nella formazione delle professionalità. Aspiriamo a promuovere un’etica del tecnologo alimentare e del professionista nelle scienze gastronomiche. Valori che sono centrali anche per la Onlus Peppino Falconio, nel ricordo di un grande chef ambasciatore della cucina abruzzese”.
“Riporto a casa un buon sapore, un gran buon sapore”, ha spiegato il giornalista e critico gastronomico della guida Gambero Rosso, Antonio Paolini. “Una iniziativa che è stato un misto di tanti ingredienti. Parlare di legalità e lavoro con Natale Giunta e un grande magistrato del pool di Palermo come Giuseppe Di Lello, di cucina con Pino Cuttaia, Toni Lo Coco e Peppino Tinari. Vedere dei ragazzi appassionati preparare piatti per noi e una onlus intitolata a un cuoco della mia terra, che tende la mano non per prendere ma per dare, è una festa e lascia un buon sapore, il sapore della festa”.
E proprio parlando di legalità il giudice Giuseppe Di Lello ha avvertito i ragazzi su come la mafia si stia riorganizzando. “La mafia combattente non c’è più. E’ stata sconfitta nella stagione che è costata la vita a tanti magistrati. Però si sta riorganizzando avvicinando l’imprenditoria e di nuovo le istituzioni. Ma non tutto è mafia. C’è tanta imprenditoria sana che non piega la testa e lotta, come abbiamo fatto noi, correndo certo un rischio che vale la pena correre se si vuole vivere e lavorare nella legalità”.
A capitanare la delegazione abruzzese il sindaco chef di Villa Santa Maria e membro della commissione di valutazione, Pino Finamore. E poi gli chef Peppino Tinari, stella Michelin, ed Ernesto Cinalli allievo di Falconio e titolare del ristorante l’Anfora.
Tinari ai ragazzi ha lasciato questo messaggio: “Partite dalle basi, dalla conoscenza delle materie prime, dai territori, dalle cucine delle trattorie. Ci vuole pazienza, costanza e tanto lavoro. Non abbiate fretta di arrivare perché una stella Michelin affina un lavoro di base preliminare che conta tantissimo”.
“A questa età è difficile trovare un talento – ha ribadito da parte sua Ernesto Cinalli – ma si può certo capire se un allievo ha l’attitudine a fare questo mestiere. Il talento si affina col tempo, si cura, si migliora ma se non si deve essere portati per intraprendere un lavoro dove quando gli altri si divertono tu stai dietro ai fornelli”.