PALERMO. E’ una vendemmia molto difficile quella di quest’anno. Il problema deriva dalla mancanza di braccianti. A dirlo è Antonio Rallo, presidente del Consorzio Doc Sicilia, secondo il quale la colpa non sarebbe di un’estate siccitosa e di un raccolto poco florido ma delle conseguenze del reddito di cittadinanza. Leggi anche Camporeale Days, 8ª edizione: degustazioni e masterclass sulle eccellenze dell’Alto Belice. Tutte le novità.
Vendemmia, i braccianti preferiscono il reddito di cittadinanza
«Noi – racconta l’imprenditore – siamo sempre riusciti a trovare braccianti con il passaparola e invece questa estate abbiamo avuto seri problemi. Siamo molto più che preoccupati. È un campanello d’allarme per i prossimi anni perché la questione riguarda anche altri settori come le coltivazioni di ortaggi e frutta che si vive sempre di più da quando esiste il reddito di cittadinanza».
«Così, chi percepisce il reddito di cittadinanza non vuole rinunciarvici, chiedendo di lavorare in nero: «No grazie, sono percettore di reddito e non posso lavorare, eventualmente potrei senza comparire».
La preoccupazione di Rallo, che è anche amministratore delegato dell’azienda di famiglia Donnafugata, è condivisa dal Consorzio tutela vini Valpolicella, impegnato nella vendemmia di uve per l’Amarone: «Il vero problema oggi – afferma il presidente del Consorzio Christian Marchesini – è dato da un personale sempre più difficile da trovare, a causa di una forte contrazione di operatori provenienti dall’Est Europa e soprattutto per effetto di dispositivi che non aiutano. A partire dalla cancellazione dei voucher, dalla cosiddetta “quota 100” che obbliga i pensionati a non fare lavori saltuari, fino al reddito di cittadinanza, che ha generato una dinamica involutiva nella domanda di lavoro».
«E se per noi inizia a essere un problema per altri si verifica l’impossibilità di portare avanti i piani colturali. – precisa Rallo – Per fortuna la stagione della vendemmia volge al termine e non si sovrappone mai alla raccolta delle olive, altrimenti sarebbe un grande problema per le esigenze di manodopera».
La produzione di quest’anno
«Un numero inferiore di acini e di dimensione più piccola penalizza le quantità di raccolta delle uve in Sicilia e dunque la vendemmia dei vini siciliani «segnerà un calo di quantità mediamente del -15 e -20% a causa della siccità in alcune zone ma anche per i venti di scirocco che hanno ridotto il numero di fiori e quindi degli acini; e ancora del caldo che c’è stato a giugno responsabile di una dimensione più piccola degli acini”. Il rovescio della medaglia però è che “la qualità è buona».
«Sarà una “buona annata” in Sicilia – aggiunge Rallo – abbiamo avuto dal 20 al 30% in più di pioggia rispetto all’anno scorso e degli ultimi 20 anni. A giovarsi di questa situazione saranno sicuramente i vini rossi viste le dimensioni più piccole degli acini e la buona concentrazione di tannini».