Il Ministero della Salute ha pubblicato oggi sette avvisi per rischio microbiologico da listeria, riguardanti diversi lotti della ‘Mortadella supergigante a tranci’, a marchio Veroni.
I lotti ritirati dal commercio
Ecco i lotti interessati dai richiami: innanzitutto i lotti PO2221001 e PO2227301 di mortadella supergigante a tranci, richiamati per “presenza” del batterio. L’avvertenza del Ministero per questi prodotti eventualmente acquistati è di “non consumarli e di restituirli al punto vendita“.
E questi sono i lotti ritirati per “possibile presenza” del patogeno:
- PO2223003 e PO2222201, di mortadella supergigante a tranci con e senza pistacchio distribuita da Conad;
- tutti i lotti di mortadella supergigante a tranci con e senza pistacchio distribuita da Coop;
- tutti i lotti di mortadella supergigante a tranci con e senza pistacchio distribuita da Tosano;
- i lotti PO2223101, PO2223801, PO2223802 e PO2224401 di mortadella supergigante a tranci con pistacchio distribuita da Rialto;
- i lotti PO2222303, PO2223702, PO2224309 e PF2227316 di mortadella supergigante a tranci distribuita da Granmercato.
Tutti i prodotti segnalati hanno origine nello stabilimento di Veroni di Correggio (Reggio Emilia). Per ulteriori informazioni è possibile scrivere una mail all’indirizzo servizioclienti@veroni.it.
L’allarme Listeria
La Listeriosi o infezione da listeria è causata da Listeria monocytogenes, un batterio che si trova comunemente nel terreno e nell’acqua e che può quindi facilmente contaminare ortaggi e verdure. Anche gli animali possono venire infettati. Il batterio si può rilevare nei cibi crudi, come carni non ben cotte e verdure crude, e nei prodotti lattiero-caseari preparati con latte non pastorizzato.
Quali sono i sintomi della listeria?
L’infezione può manifestarsi con febbre, nausea, diarrea e dolori muscolari e dare origine a gastroenterite e, in forma invasiva o“sistemica“, con meningite, meningoencefalite e sepsi. In questo caso i sintomi si manifestano circa dieci giorni dopo l’ingestione del cibo contaminato, fino ad arrivare anche ad un mese. I soggetti più a rischio sono le persone con compromissione del sistema immunitario e le donne in gravidanza.
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