Etna DOC, scoperte 9 nuove Contrade 0

CATANIA. Una mappa per conoscere il territorio della DOC Etna, la Denominazione d’Origine Controllata più antica in Sicilia. Nasce la prima vera e propria carta geografica delle Contrade dell’Etna, che fotografa il fitto mosaico di territori a vocazione vitivinicola dislocati sui tre versanti del vulcano, est, sud (suddiviso in est e ovest) e nord.

La prima mappa delle Contrade dell’Etna DOC

E la magna cartha dei vini dell’Etna, predisposta dal Consorzio Tutela Vini Etna DOC e realizzata grazie al contributo del Dipartimento Agricoltura dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana, porta con sé una scoperta. Sì, perché le 133 le Contrade, ricomprese negli 11 Comuni etnei, adesso sono giunte a 142.

Infatti, grazie al lavoro di ricognizione del territorio e alla collaborazione dei produttori del Consorzio, l’aggiornamento dei confini ha portato all’individuazione di 9 nuove contrade, che saranno ufficialmente inserite nel prossimo aggiornamento del Disciplinare di produzione.

Ecco, dunque, come sono suddivise nel territorio le 142 Contrade dell’Etna DOC: 25 a Randazzo, 41 a Castiglione di Sicilia, 10 a Linguaglossa, 13 a Piedimonte Etneo, 8 a Milo, 4 a Santa Venerina, 20 a Zafferana Etnea, 9 a Trecastagni, 6 a Viagrande, 1 a Santa Maria di Licodia, 5 a Biancavilla.

Mappa delle Contrade dell’Etna DOC

Il Consorzio

4,5 milioni di bottiglie prodotte dai 166 produttori del Consorzio di Tutela, nato nel 1994 con l’obiettivo di valorizzare e proteggere le produzioni dei vini Etna e il loro territorio.

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4 uve autoctone, Nerello Mascalese e Cappuccio, Caricante e Catarratto, e mille e più anime differenti per vini dall’identità unica. “L’incredibile biodiversità che l’Etna custodisce, – commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC – si esprime non solo all’interno dei diversi versanti del vulcano, ma anche nelle tante Contrade a partire dalle diverse stratificazioni delle colate laviche e dall’esposizione dei vigneti. Tutti fattori che rendono ogni Contrada quasi un unicum all’interno dell’areale etneo, in grado di donare sfumature differenti poi ai suoi vini”.

La tecnica di rilevazione

Questa è la prima volta che viene fatta una mappatura puntuale del territorio di produzione dell’Etna DOC, che è stata possibile grazie ai rilievi topografici, poi sovrapposti a layer cartografici costruiti attraverso più rilevamenti con strumentazioni GIS (Geographic Information System).

E prima di oggi? L’identificazione delle contrade si basava sull’interpretazione di vecchie carte catastali, con curve di livello mai aggiornate e limiti territoriali ormai inesistenti.

E si aspettano novità, come afferma Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio Tutela Etna DOC: “È una prima mappa, su scala ridotta, che sarà ulteriormente aggiornata per valorizzare le differenziazioni territoriali in maniera ancora più precisa”.  È infatti in progetto un lavoro di zonazione grazie a una collaborazione con l’Università di Catania e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.  

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