MILANO. In arrivo a tavola i primi spaghetti di farina di grillo. Questo 2023 comincia pieno di novità: a partire dall’approvazione da parte dell’UE della vendita di prodotti a base di larve di Alphitobius diaperinus, che vengono congelate, sottoposte a essicazione e dopo ridotte in polvere. In prima linea si è piazzata la nota azienda Italian Cricket Farm, che si è interessata in particolare alla produzione dei primi spaghetti di grillo.
In arrivo a tavola i primi spaghetti di farina di grillo
Tra i novel food del 2023 troviamo la farina di grillo. Il 26 gennaio 2023 è stata approvata dall’UE l’autorizzazione al consumo e al commercio di prodotti a base di questo insetto. Sin dall’inizio questo alimento appare polifunzionale: si pensa che si possa realizzare dalla pasta ai cracker, fino alla sperimentazione di burger. Ma la lista non si ferma qui, tracce di questi animaletti potranno trovarsi anche in salse, minestre e persino snack dolci. Gli spaghetti daranno inizio a questa nuova produzione.
Un sapor nocciola
La prima azienda a richiedere l’autorizzazione alla vendita degli spaghetti è stata la Italian Cricket Farm di Scalenghe (comune della città metropolitana di Torino), azienda che sin dal 2007 si occupa di allevamento di insetti, in particolare grilli, tarme della farina e caiamani. La farina di grillo è un’ottima fonte proteica, dato che è composta in media da oltre il 65% di proteine ad alto valore biologico. Risulta anche ricca di fibre, calcio, vitamina B12, ferro, fosforo e sodio. Questa farina ha un colore più ambrato rispetto a quello della tradizionale, il che conferisce alla pasta un aspetto simile a quello tradizionale. Ma la caratteristica più particolare sta tutta nel sapore: un mix di frutta secca, in particolare prevale il gusto di nocciola. Insomma, un alimento assolutamente da provare.
Un prodotto ad alto costo
Dopo aver menzionato tutti gli aspetti positivi bisogna tener conto di un tasto dolente: l’elevato costo. Si tratta di circa 30 euro al chilo, contro i 2 euro della farina di frumento e i 3 euro della farina di soia, simile per carica proteica a quella di grillo. Ivan Albano, amministratore delegato della società torinese ne ha spiegato i motivi: «Il nostro brand sarà ben riconoscibile. Perché la nostra pasta costa quattro volte quella che troviamo nei supermercati. E la farina circa 30 euro al chilo. Il nostro, piaccia o no ai puristi, è un prodotto ecologico ad alta gamma per contenuto e purezza proteica, adatto alle diete degli sportivi, decisamente migliore rispetto alle farine tradizionali. Pertanto lo vogliamo comunicare e farlo pagare quanto davvero vale. Oggi processiamo un milione di grilli al giorno da cui ricaviamo farine per il cibo animale. Con il via libera di Bruxelles al consumo umano di polveri di grillo investiremo in una nuova linea produttiva. Il settore sta esplodendo di richieste».