VERONA. Appuntamento ad appassionati ed addetti ai lavori dal 14 al 17 aprile 2024 per il prossimo Vinitaly. S’è chiusa mercoledì 5 aprile scorso, infatti, la 55ª edizione che ha fatto registrare 93 mila presenze complessive, di cui quasi 30 mila straniere.
Vinitaly, exploit dei paesi stranieri
La crescita rispetto all’ultima edizione è stata quasi totalmente determinata dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che in questa edizione hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati.
Grande exploit da Stati Uniti (+45%), che staccano nettamente la Germania, e Brasile (+46%) Terzo il Regno Unito, mentre la Cina con oltre 1.000 presenze scavalca il Canada al quarto posto. Boom incoming dall’Asia (+116%) con il Giappone che fa registrare +143%. Anche l’Australia in tripla cifra, a +130%. In crescita tutte le provenienze geografiche.
Vinitaly and the City, il “fuorisalone” veronese da quest’anno ritornato totalmente nella sfera organizzativa della fiera di Verona, ha inoltre registrato oltre 45 mila degustazioni (+50% sul 2022) da parte dei winelover nel centro storico di Verona.
«Chiudiamo oggi un Vinitaly finalmente a pieno regime – dice in chiusura di Vinitaly Federico Bricolo, presidente di Veronafiere – che ha visto una partecipazione corale di operatori, stampa e istituzioni. Siamo soddisfatti per il riscontro che stiamo riscuotendo dalle aziende e dai territori, che rappresentano la vera forza di questa manifestazione».
«L’obiettivo – ha aggiunto – è quello di costruire con i partner istituzionali una piattaforma promozionale permanente e coordinata in grado di attrarre da un lato gli investimenti dell’incoming sull’Italia, dall’altro sul prodotto italiano all’estero con un radicamento di Veronafiere – dopo Brasile e Cina – negli Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Far East».
«Vinitaly – ha detto l’ad di Veronafiere Maurizio Danese – sarà sempre vettore del made in Italy, sia qui sia all’estero, se ragionerà in termini di sviluppo del settore e delle sue imprese, ed è questo che stiamo cercando di fare».