MESSINA. Una determinazione e una creatività senza limiti l’hanno portata a ricevere la stella Michelin a pochi mesi dall’apertura del suo ristorante L’Argine a Vencò. Ed è proprio quella terra, quei boschi e quei profumi ad essere al centro delle sue creazioni. Antonia Klugmann, prima donna giudice di MasterChef Italia, apre le porte del suo mondo partendo dagli elementi cui tiene di più. Presenta a Messina il suo primo libro autobiografico dal titolo “Di cuore e di coraggio. La mia storia, la mia cucina”.
Antonia Klugmann si racconta
Tre le parole che riassumono la personalità della chef ed autrice Antonia Klugmann: libertà, ingredienti, territorio. Quel forte desiderio di libertà che l’ha spinta ad inseguire il sogno di diventare una chef. Poi gli ingredienti semplici attorno ai quali germoglia ogni suo piatto. Essenziale il territorio che ha forgiato il suo carattere: dolce ed aspro, al contempo. Durante una serata d’autore al Toro Nero, Antonia Klugmann ha dialogato con simpatizzanti e i giornalisti di settore. Un confronto coordinato con eleganza e puntualità dalla giornalista e food blogger Valeria Zingale, affiancata dalla libraia Daniela Bonanzinga.
“Di cuore e di coraggio. La mia storia, la mia cucina”
Da ogni riga traspare il suo amore viscerale per la cucina. Una devozione per il suo territorio che si riflette nei piatti di Antonia, dove il gusto è esaltato dalla freschezza delle erbe del suo orto. Il giudice di MasterChef Italia condivide un intimo cammino, coinvolgente e capace di emozionare, nel confronto con i giornalisti di settore presenti, tra i quali Natalia La Rosa, Antonio Iacona, Carmelinda Comandatore ed Alessandra Bonaccorsi. E la FoodBlogger Rossana Brancato di Violetta candita.
La chef coraggiosa e determinata
Nei suoi piatti il suo territorio
Un libro pensato come un menù
Salvatore Paladino stupisce i palati
L’apprezzato menù siciliano di Paladino
L’Executive Chef del Ristorante Toro Nero ha valorizzato i prodotti autoctoni: la pregiata qualità bovina del manzo di razza Cinisara, accompagnato delle uova di lumaca madonita e timo limonato.
Il maiorchino dei Nebrodi, la ricotta di capra messinese servita su petali di cipolla con crema di piselli, lamelle di carciofo, mandorle e polenta.
Non poteva mancare la tradizionale caponata messinese in agrodolce. gli ortaggi di Giarratana e di Ispica, al carciofo viola etneo, i capperi di Pantelleria, i pistacchi di Bronte e le olive del Belice.
Una dolce chiusura firmata Irrera del patron Filippo Denaro: il cannolo scomposto e la cassata.