PALERMO. Ai Giardini del Massimo, il nuovo ristorante all’interno di uno dei teatri più belli del mondo, una serata tra piatti e cocktail. Protagonisti due chef e due bartender. Gianvito Gaglio, resident chef dei Giardini del Massimo, ha ospitato il collega e amico Emin Haziri, chef del ristorante una stella Michelin Bistrot Cannavacciuolo di Torino. Leggi anche Palermo, il ristorante Palazzo Branciforte entra nella Guida Michelin.
Giardini del Massimo, una cena in quattro
A lavorare fianco a fianco, Leonardo Romano, bartender dei Giardini del Massimo e Filippo Sisti Mixology Specialist di Compagnia dei Caraibi. Insieme hanno creato cocktail per i piatti ideati dai due chef. La cena è stata organizzata da Compagnia dei Caraibi in collaborazione con Palermo Chef&Mixologist Dinners: Spettacolari Cene in Compagnia e aveva un feel rouge molto chiaro: valorizzare i prodotti del territorio e renderli più “internazionali”.
Il menù della serata
Sui tavoli dei commensali presenti, dunque, dal polpo, caponata e patata dolce allo sgombro, barbabietola e yogurt. Riso, burro affumicato, carbone vegetale e limone salato. Cavatelli allo zafferano, prosciutto di alalunga e maialino nero dei Nebrodi. Per poi finire con vaniglia, frutto della passione e lamponi. Accanto ai piatti, le creazioni di Romano e Sisti. Per i suoi cocktali usa sia tecniche della cucina che quelle tipiche del bartending. Usa forni, piastre, affumicatori e abbattitori.
“Una serata all’insegna della crescita professionale, non solo mia, ma anche della brigata – dice Gianvito Gaglio – Mi piace tantissimo questa sorta di gemellaggio con altri colleghi. Sono davvero contento del percorso che si sta facendo qui a Palermo. Un buon trampolino per permetterci di continuare a crescere e imparare”.
“La mia prima volta a Palermo e devo dire che è stato molto bello – dice Haziri – Gianvito non è solo un collega, è un amico. Una serata bellissima e i piatti sono usciti bene. La location è fantastica. Io, come sapete, sono cultore di pochi ingredienti nei miei piatti: tre, quattro, ma spinti al massimo”.
“Una proposta che la città merita – prosegue Romano – Bisogna alzare il livello della miscelazione e della proposta gastronomica. C’è la necessità di alzare ancora di più l’obiettivo e proporre questo tipo di pairing, abbattendo i muri e le convinzioni che i piatti vadano solo abbinati ai vini. Si possono bere cocktail mangiando primi, secondi o dessert”.
“La mia cucina liquida? – dice Sisti – Uso semplicemente tecniche di cucina al bar, quindi manipolo la materia prima come fossi uno chef. I miei drink sono molto complessi, con ore e ore di preparazione. Io spingo sempre di più, cerco di far provare emozioni nuove ai miei clienti, creando, magari sapori nuovi utilizzando però materie prime comuni”.