Il 68% degli italiani non vede l’ora di andare al ristorante per le feste di Natale e Capodanno, secondo quanto emerge dal primo Rapporto sulle abitudini alimentari degli italiani, elaborato da Coldiretti/Censis. L’ipotesi di un green pass rafforzato, all’esame del Governo, mette a rischio gli incassi dell’intero settore della ristorazione.
L’aumento dei contagi e i possibili cambi di colore delle regioni mettono a rischio 5 miliardi di spesa in ristoranti e agriturismi per pranzi e cene nelle festività di fine anno. Infatti, nel settore della ristorazione cresce la preoccupazione per il ritorno di nuove, eventuali restrizioni a causa dell’aumento dei contagi che si stanno registrando in questi giorni. In Italia si contano circa 360mila tra ristoranti, trattorie, pizzerie, agriturismi da Nord a Sud della Penisola.
“Non si tratta solo di bisogno di convivialità ma anche di garantire la ripresa dell’economia e la tenuta dell’occupazione” denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare la necessità di “non mettere in crisi una filiera che dà lavoro a ben 4 milioni di persone in 740mila aziende agricole e 70mila industrie alimentari”.
Coldiretti sottolinea come le chiusure frenerebbero la ripresa della ristorazione, tra i settori più duramente colpiti dalla pandemia. Nel 2020, i consumi alimentari degli italiani fuori casa sono scesi al minimo da almeno un decennio. Bar, ristoranti, trattorie e agriturismi, difatti, hanno dimezzato il fatturato, registrando un -48%, per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro.
La chiusura di queste attività si ripercuote a cascata – continua la Coldiretti – sull’intero sistema agroalimentare con oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti nell’anno della pandemia. La drastica riduzione dell’attività – rileva la Coldiretti – pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.
Una minaccia anche per le 5333 specialità tradizionali salvate dagli agricoltori per sostenere la rinascita del Paese che – ricorda Coldiretti – senza un mercato di sbocco assicurato da ristoranti e agriturismi ma anche dall’indotto turistico, con la vendita dei souvenir, rischiano di sparire per sempre. Si stima che 330mila tonnellate di carne bovina, 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino – conclude la Coldiretti – non siano mai arrivati nell’anno della pandemia sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili.