ROMA. Dazi sul riso: è stata finalmente accolta ed introdotta la clausola di salvaguardia che impone una tassa per ogni tonnellata di riso importata dalla Cambogia e dalla Birmania, almeno per i prossimi tre anni. La tassa per il 2019 corrisponde a 175 euro, contro i 150 previsti nel 2020 e i 125 del 2021.
Dazi sul riso: l’Italia è il primo produttore in Europa
Il regolamento è già entrato in vigore a difesa dei produttori italiani, vittime di una crisi che ha messo in bilico il primato dell’Italia in Europa nella produzione di riso.
“L’Italia è il primo produttore di riso con 1,40 milioni di tonnellate su un territorio coltivato da circa 4mila aziende di 219.300 ettari – come affermato dalla Coldiretti – che copre circa il 50 % dell’intera produzione Ue con una gamma varietale del tutto unica”.
I numeri sul riso proveniente dalla Cambogia e dalla Birmania sono alti, nell’anno 2017-18 ben 328 milioni di chili sono stati importati in Europa con un incremento del 256% negli ultimi sette anni.
È senza dubbio “un deciso cambio di rotta nelle politiche europee rispetto agli accordi commerciali preferenziali stipulati con Paesi che spesso non rispettano le condizioni produttive ed i diritti dei lavoratori vigenti all’interno dell’Unione, con gravi danni per i produttori e rischi per i consumatori” ha rilevato la Coldiretti nella sua analisi.
“Oltre 2/3 degli arrivi riguardano la Cambogia e circa 1/3 il Myamar sotto accusa delle Nazioni Unite – dice la Coldiretti – per “genocidio intenzionale”, “crimini contro l’umanità” e “crimini di guerra” contro la minoranza musulmana dei Rohingya costretta anche ad abbandonare i propri raccolti di riso a causa della violenta repressione da parte del governo”.
Danni economici legati alla concorrenza sleale
Il direttore dell’Ente nazionale risi, Roberto Magnaghi, ha esultato per il provvedimento: ”Finalmente. Tante persone non credevano che ce l’avremmo fatta. Questa bella notizia è un grande passo avanti: speriamo che i dazi diventino definitivi”.
La decisione della Commissione è stata necessaria per via dei danni economici legati alla concorrenza sleale nel settore che hanno portato all’abbandono di 11 mila ettari di terreno perché il prezzo di vendita non riusciva a coprire i costi di produzione.
“La Commissione deve anche essere consapevole che in quei Paesi asiatici sono stati violati in maniera grave i diritti umani, – continua Magnaghi – i bambini vengono deportati dalle città alle campagne per lavorare. Non è così che si promuove lo sviluppo”.