Financial Times: il vero Parmigiano è americano. Dal Financial Times arriva un attacco surreale ai piatti simbolo della cucina italiana proprio in occasione dell’annuncio della sua candidatura a patrimonio immateriale dell’Umanità all’Unesco. La provocazione nasce da un’intervista fatta da Marianna Giusti a Alberto Grandi, docente dell’università di Parma di storia dell’alimentazione, che ha dedicato la sua intera carriera a sfatare miti legati alla tradizione culinaria del nostro Paese.
Financial Times: il vero Parmigiano è americano
L’articolo che il Financial Times ha dedicato al professor Alberto Grandi, a pochi giorni dalla presentazione della candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’Unesco, ha subito accesso una bufera mediatica. L’intervistatrice è Marianna Giusti, giornalista del quotidiano, che ha apprezzato il podcast di successo «Denominazione di Origine Inventata», ideato da Grandi e arrivato alla terza stagione. Durante la trasmissione, tratta dall’omonimo libro, il ricercatore mette in discussione le origini arcaiche della cucina italiana, sfatando diverse fake news che riguardano alcuni cibi e piatti famosi ritenuti tradizionali.
Le più celebri fake news sulla cucina italiana
Nell’articolo, pubblicato il 23 marzo, Grandi afferma: «il Parmigiano Reggiano delle origini si fa nel Wisconsin» – continua- «Il Parmesan è nato circa cento anni fa, negli anni Venti, in America su iniziativa di alcuni casari italiani che lo producevano nello stesso modo in cui veniva fatto da noi all’epoca. Il Parmesan non è un caso di “Italian sounding” e di contraffazione. Il Parmigiano si è evoluto negli anni ma se volessimo mangiare quello che mangiavano i nostri nonni, il Parmesan è sicuramente più vicino all’originale». Ma il Parmigiano non è l’unico alimento sotto il mirino di Grandi, che nel corso degli anni ha fatto affermazioni molto audaci: “il pomodoro di Pachino è stato creato da una multinazionale israeliana. Il Marsala, famoso vino siciliano, è un’invenzione inglese nata a cavallo tra Settecento e Ottocento.”
La terza guerra mondiale
Subito dopo l’articolo Grandi ha ricevuto tantissime critiche e commenti negativi: «Domani Alberto Grandi dormirà con i pesci». Alcuni hanno postato commenti sorpresi e sdegnati, altri si sono limitati a ironizzare sull’articolo pubblicato dal Financial Times. Ma tutto ciò non ha completamente intimorito Grandi: «Qualcuno ha scherzato dicendo che le mie tesi sono sufficienti per far scoppiare la terza guerra mondiale – osserva Grandi – le minacce di morte mi fanno ridere, alcune sono perfino simpatiche.»