TERME VIGLIATORE. Paste di mandorla con marmellata di guajava; snocciolato alle noci pecan con cioccolato bianco; tropical cakes. Un mix originale e colorato di frutta mista tropicale (avogado, papaya, mango e lime) e frutta mediterranea siciliana racchiusa all’interno di semplici coppette. Rondelle di feijoa e banana. Gelati, liquori e perfino birre ricavate dalla frutta esotica.
Un menù che, niente di strano, fa pensare ai tropici. Ma ci troviamo in Sicilia dove ettari di terreno vengono destinati alla coltivazione di referenze esotiche. Produzioni di frutta eccellente che nulla hanno da invidiare all’originale del sud est asiatico o del centro e Sud America.
Privati che, quasi per gioco, hanno piantato nel loro giardino le specie esotiche. Il prodotto più venduto è l’avocado, a seguire mango, papaya, lime, cocco e frutto della passione. Ma ne esistono oltre 200 referenze.
Francesco Verri, 51enne, ex agente di commercio di origini Messinesi, dal 2008 lascia il suo lavoro e la sua Treviso, per dedicarsi interamente alla cura e alla coltivazione del giardino di famiglia a Terme Vigliatore.
Quasi una scommessa, la sua, quella di piantare dei prodotti tipici del Sudamerica in circa due ettari di terreno: “Ho pensato – racconta Verri – perché piantare i soliti agrumi. Così ricercai la papaya, pitanga, feijoa, avogado, guava fragola, guava lemon, hovenia dulcis, jambolana, banane e così via. Inizialmente fu un gioco, poi vidi i frutti. Settanta tipi più gli agrumi tradizionali”.
Per Francesco Verri diventa una vera e propria passione. Ne studia ogni tipologia di specie, raccoglie i suoi frutti e assieme alla compagna, Titti, li inserisce nel menù siciliano, rivisitandone i piatti tipici della tradizione. Non solo marmellate, ma inizia a produrre gelati, liquori e freschi menù. Ma non basta. I suoi obiettivi crescono e ricerca nella zona tirrenica chi come lui ha riconvertito la produzione in frutta tropicale.
Forte della propria esperienza in questo settore, crea un network di circa venti produttori fatto di appassionati, piccoli e medi, dal nome “FruttaTropicaleSiciliana”. Un movimento per la promozione e l’informazione di prodotti oggi in voga in Italia e all’estero, affinché ne venga ridotto lo spreco attraverso la trasformazione a 360 gradi e la vendita nel territorio siciliano.
“Mi chiedo – afferma Verri – il perché importare dei prodotti che possono essere coltivati nella nostra terra in condizioni simili a quelli del Sud America. I nostri frutti si caratterizzano per la genuinità perché non sottoposti né a congelamento né a somministrazione di sostanze chimiche, nocive per l’organismo. I frutti tropicali made in Sicily sono migliori, in quanto rispetto ai paesi con temperature elevate 12 mesi su 12, mettono sotto sforzo la pianta producendo di più ma qualitativamente inferiori a quelle coltivate in Sicilia, dove la pianta si riposa nei mesi più freddi”.
“Quest’anno abbiamo prodotto 15mila chili di mango e abbiamo anche avocado, lime e frutto della passione. Cresceremo sicuramente nei prossimi anni”. Ma nelle regioni del Sud Italia c’è chi coltiva frutta tropicale già da quasi trentanni. È il caso di Mango di Sicilia, azienda della provincia di Catania specializzata nella produzione di mango.
Ottimo, quando vengo in sicilia passo a trovarvi!
MAngio solo frutta e verdura,e se esistono le banane siciliane le voglio assaggiare!!
PAsquale Drago (fb)
Ciao, grazie molte dell’articolo, l’ho letto con attenzione e mi è piaciuto.
Grazie di cuore…la prossima settimana spero di riuscire a completare il sito