Un semplice bar come tanti sparsi nella nostra penisola, dove consumare una colazione, un pranzo o bere semplicemente un caffè. Sì, ma perchè il Bar Ristocaffè ACQUI, nel quartiere San Giovanni a Roma, è protagonista del web in queste ore?
Semplicemente perché la sua titolare ha deciso di accogliere nel suo locale le neo-mamme dedicando loro uno spazio apposito per allattare, senza alcun obbligo di acquisto o consumazione.
Il caso
Un annuncio a tutto campo sulla vetrina di ingresso invita le mamme ad entrare “Qui tutte le mamme sono ben accette per allattare, senza vincoli commerciali”.
Un gesto più che simbolico che da donna a donne esprime tutta la solidarietà femminile in un Paese che, slogan a parte, fa ancora poco per il welfare familiare e per tutelare le madri italiane. E che combatte lo stigma, purtroppo non soltanto maschile c’è da dire, derivante dall’atto di allattare al seno in pubblico.
Gesto naturale e fisiologico, nonché un diritto inalienabile di ogni coppia madre-bambino, ogni mamma dovrebbe potersi sentire a suo agio nel compierlo ovunque, soprattutto in pubblico, ma così non è. Infatti, è comune sentirsi osservate, additate e soprattutto giudicate, anche da altre donne, perché si sta facendo qualcosa di inappropriato, sconveniente, impudico.
I baby pit stop in Italia
Pratica promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come forma di nutrimento esclusiva dei neonati almeno fino al sesto mese, per preservare questo immenso atto di amore e sacrificio materno, che tra le altre cose tutela e protegge i bambini da una sfilza di patologie, è sceso in campo anche l’UNICEF promuovendo nel mondo i cosiddetti baby pit stop.
Sono ambienti protetti che hanno lo scopo di fornire alle mamme un luogo tranquillo, pulito e discreto dove allattare o cambiare il pannolino, evitando così di isolarsi in ambienti più o meno scomodi. Un baby pit stop per essere tale deve avere questi requisiti:
- una sedia o poltroncina
- un fasciatoio o altra superficie idonea per il cambio del pannolino
- opuscoli informativi dell’UNICEF e di eventuali partner istituzionali
- un angolo attrezzato per il gioco dei bambini, laddove possibile.
In Italia, l’UNICEF si pone l’obiettivo di allestire mille baby pit stop. Anche la Leche League Italia, la Lega internazionale per l’Allattamento Materno, offre la propria versione del Baby Pit Stop, aderendo alla quale si diventa “Negozio Amico dell’Allattamento”.
Oltre a riservare un luogo adatto al cambio e allattamento, gli esercenti si impegnano fra le altre cose a sostenere il ruolo di “Negozio Amico dell’Allattamento” e a mettere a disposizione una copia del manuale “L’arte dell’allattamento materno” e altro materiale divulgativo de La Leche League sull’allattamento.
Ed è possibile aderire inviando una mail a bps@lllitalia.org.
In definitiva, lo scopo dei baby pit stop, non è limitare l’allattamento in pubblico ma supportare la mamma che allatta affinché si possa sentire accolta e a proprio agio.
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