Il vino è nato 11 mila anni fa. Secondo una nuova ricerca pubblicata dalla rivista Science l’origine dell’uva e quella del vino risalgono a circa 11mila anni fa: la scoperta deriva dallo studio genomico di vitigni della zona fra Spagna e Giappone, un’origine dovuta a due eventi di domesticazione separati geograficamente da più di 1.000 chilometri ma simili nel risultato. Allo studio ha preso parte anche il Centro nazionale per la biodiversità (Nbfc) di Palermo.
Il vino è nato 11mila anni fa
“La vite è stata la prima coltura dell’uomo primitivo” lo dice la rivista scientifica Science. I primi vitigni infatti risalirebbero a 11mila anni fa, forse anche 15 mila. Lo studio è stato condotto dal gruppo internazionale guidato da Università agraria cinese dello Yunnan, Laboratorio statale di genomica agraria di Shenzhen e Accademia Cinese delle Scienze di Pechino, con la collaborazione italiana delle Università di Milano, Milano-Bicocca e Mediterranea di Reggio Calabria, e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Eccezionale anche la partecipazione del Centro nazionale per la biodiversità (Nbfc) di Palermo. Questa si classifica come la più vasta analisi genetica mai condotta, che ha esaminato oltre 3mila campioni di varietà di vite provenienti anche da collezioni private e da esemplari mai documentati.
La Vitis Vinifera
Sebbene l’uva e il vino siano un punto di riferimento per il patrimonio culturale del nostro paese, è difficile rintracciare il luogo dove tutto ebbe inizio. Solo una specie è stata in grado di resistere ai cambiamenti: è la Vitis Vinifera. Sono state infatti individuate tracce di questa varietà nelle uve selvatiche. Le principali ipotesi sostenevano che la coltivazione della vite da vino (Vitis vinifera) fosse nata da un’unica domesticazione della varietà selvatica (Vitis sylvestris), avvenuta in Asia occidentale prima dell’avvento dell’agricoltura e che le varietà di uva da tavola fossero arrivate solo molto più tardi. Grazie alla nuova ricerca è stato possibile rilevare l’avvenimento di ben due eventi di domesticazione della vite selvatica: uno in Asia occidentale e l’altro nella regione del Caucaso, al confine tra Asia ed Europa. Secondo l’analisi i due eventi sarebbero avvenuti contemporaneamente, circa 11mila anni fa, quindi in concomitanza con l’avvento dell’agricoltura.
Una ricerca preziosa
I ricercatori si sono occupati prima di tutto della ricostruzione del Dna del progenitore della vite selvatica, che è servito da punto di riferimento. Hanno poi sequenziato il Dna proveniente da più di 3mila campioni raccolti in tutto il mondo, tra cui alcuni provenienti dall’Armenia mai analizzati prima d’ora. In questo modo, gli autori dello studio hanno anche identificato alcuni geni, relativi a sapore, colore e consistenza dell’uva, che potrebbero aiutare i viticoltori a migliorare i loro prodotti e a rendere le varietà attuali più resistenti ai cambiamenti climatici.