AGRIGENTO. Cantina Barone Montalto. “Per me, io sono colei che mi si crede” affermava la signora Ponza attraverso le parole di Luigi Pirandello in “Così è se vi pare” e nella terra agrigentina il concetto di relativismo è una costante.
Succede così che ciò che per tutti è sempre stato un dolce diventa un secondo piatto a base di carne: nella terra di Pirandello d’altronde nulla è come sembra.
Cantina Barone Montalto, un incontro in occasione della Sicilia Experience
In occasione della Sicilia Experience della cantina Barone Moltanto avvenuta lo scorso 26 Febbraio presso ‘Nzolia – enoteca con cucina della famiglia Messina, sita nella Piazzetta S. Calogero ad Agrigento – i due chef Salvatore Lucenti e Rosario Maniglia hanno pensato di giocare attraverso la forma di una preparazione tipica siciliana e riproporla in una versione insolita e originale: la crosta del cannolo è formata da un battuto di scottona tagliata al coltello e cotta in forno mentre la farcia è realizzata con crema di robiola di capra girgentana e guanciale di suino nero; ad accompagnare il piatto un tortino di zucchine su una vellutata di rosmarino e del guangiale croccante.
Una portata di carattere e grande struttura, realizzata anche con l’intento di valorizzare il territorio e alcuni ingredienti locali, fra tutti il formaggio di capra girgentana, presidio slow food agrigentino.
In abbinamento la scelta del sommelier Federico Lucenti è ricaduta su Ammasso della cantina Barone Montalto, annata 2014; un vino rosso ottenuto da Nero d’Avola, Merlot, Nerello Mascalese e Cabernet Sauvignon che, anche per la presenza dei diversi vitigni, esprime una grande bouquet di profumi e diverse sfumature sensoriali e si caratterizza per un gusto pieno e persistente.
Ammasso inteso come Ammostamento
Il termine Ammasso sta ad indicare una ancestrale tecnica di ammostamento che ancora oggi viene praticata sulle migliori partite di uva della Sicilia.
Il vino è frutto di un parziale appassimento sulla pianta e successivamente viene poi affinato per circa 10 mesi in piccoli botti di legno: ciò permette al tannino di ammorbidirsi e risultare così gradevole e delicato, conferendo al vino caratteristiche vellutate e morbide nonostante sia un vino potente e di grande struttura.
L’abbinamento con il piatto risulta quindi molto indovinato: la grassezza della carne unitamente all’acidità del formaggio trovano un sostegno nella rotondità e complessità del vino, creando un piacevole equilibrio e un piacevole rincorrersi tra piatto e vino.