PALERMO. Un viaggio che risveglia tutti i sensi. Un itinerario che parte dal gusto e passa per quei luoghi che rievocano nella mente i ricordi a noi più cari. Ricordi che sanno di casa, di tradizione, di famiglia. E che ormai sono figli di un tempo a noi lontano. Così, nascono Le Soste di Ulisse: “Un gruppo di amici” che attraverso la ristorazione di eccellenza regala al viaggiatore un’emozione da portare per sempre con se. Il viaggiatore entra in un tunnel esperienziale legato a una storia che parte dalla terra: ne assapora i suoi frutti, ne esalta la creatività degli chef, sale all’olimpo da Bacco, ne ammira i resti della storia di un popolo e risveglia la memoria. Viene avvolto da una Sicilia autentica che porterà per sempre con se e la racconterà agli altri, affinché possano a sua volta riviverla. Il presidente Pino Cuttaia, assieme allo chef stellato de I Pupi di Bagheria, Tony Lo Coco, e Giuseppe Costa, illustrano il programma ad orogastronomico nel corso di Expocook.
Le Soste di Ulisse: apertura ai giovani
Si respira aria di cambiamento all’interno de Le Soste di Ulisse. Tra i punti in programma: condivisione e passione, professionalità e costanza, rinnovamento e tradizione. Si guarda alla formazione dei giovani: “Vogliamo che i ragazzi si avvicinino alla grande cucina siciliana – spiega il presidente de Le Soste di Ulisse -. La nostra idea è quella di coltivare un vivaio di giovani cuochi e addetti di sala, di hotellerie pronti a prendere il testimone e su cui riporre la nostra fiducia. Perché a formarli siamo stati noi con la nostra visione d’insieme e di Associazione”.
“Ci piacerebbe creare delle relazioni con le scuole pubbliche e private – prosegue Cuttaia – in modo da inserire all’interno di questi un disciplinare che porti i ragazzi ad essere pronti nell’immediato ai nostri standard. I giovani futuri chef, ragazzi in età scolastica, avranno la possibilità di confrontarsi con noi e diventare un punto di riferimento. Per questo – specifica lo chef bistellato del ristorante La Madia di Licata – ciascuno di noi, a turno, insegnerà a questi ragazzi il proprio sapere”.
Chef ambasciatori di un territorio: i punti del programma
Il compito degli associati è quello di promuovere la Sicilia non solo per le eccellenze prodotte ogni giorno, ma anche per il contesto sociale, artistico, culturale e architettonico. Le Soste di Ulisse intende realizzare un itinerario che racconti posti, luoghi e ricordi che siano cari e vicini alla memoria. Percorsi che vanno oltre l’esperienza eno-gastronomica e di accoglienza.
“Abbiamo bisogno di viaggiare – prosegue Cuttaia – soprattutto insieme, per avere un confronto immediato e costruttivo. Per crescere e continuare la nostra formazione sia individuale, ma anche come nostra associazione. All’interno delle Soste vogliamo visitare i migliori ristoranti, le migliori cantine, i migliori hotel. Il confronto sarà fondamentale. Organizzeremo dei corsi con esperti del settore, per creare anche una formazione più dettagliata. Presenteremo il nostro progetto anche ai tour operator siciliani di livello e con loro promuoveremo un bouquet di offerte a cui ognuno di noi dovrà farsi ambasciatore”
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“Attireremo le migliori firme a visitare i nostri luoghi, a narrare i nostri racconti, per promuovere il territorio al quale lavoriamo. Persone che racconteranno e si confronteranno sulla cultura materiale, ovvero la storia del cibo. Faranno diventare la nostra associazione riferimento qualificato e certificato. Ognuno di noi deve essere protagonista di una storia che coinvolga, emozioni e rapisca chi ascolta”.
“Ci piacerebbe creare una dispensa di prodotti di qualità che ognuno di noi potrà mettere a disposizione dell’Associazione e degli associati nella ricerca di qualità e tracciabilità certificata. Materie prime di produttori che diventeranno modello e punto di riferimento per altri produttori, così da creare una dispensa di prodotti di qualità sempre più amplia. Dobbiamo suscitare interesse e curiosità verso questi prodotti e, di riflesso, verso la Sicilia”.
La realtà del cuoco lontano dai simbol mediatici
“Oggi il cuoco non è colui che va in televisione, che è diventato una star – dice Pino Cuttaia -. Il cuoco, secondo il nostro punto di vista, è il custode di quel gesto domestico che sta per scomparire. Non c’è più continuità tra madre e figlio, il sistema è cambiato. Chi meglio di un cuoco può essere l’interprete di quei secoli di storia che fa cultura. Per cui regala delle emozioni. Le Soste di Ulisse crede fermamente nei prodotti di un territorio e questo crea una filiera, una trasparenza e un’autenticità a chi viene in Sicilia”.
E raccomanda ai giovani: “Fare il cuoco è un percorso molto lungo. Credo che quando la vita di uno sportivo finisce quello di un cuoco inizia. L’energia iniziale servirà per imparare il mestiere, la maturità gli porterà a comunicarlo. Non abbiate fretta di imparare, perché il percorso è lungo”.
Le Soste di Ulisse
L’associazione di ristoratori e albergatori nasce nel 2002 con l’obiettivo di rappresentare, in ogni sede, le specifiche esigenze delle aziende turistiche ristorative e di accoglienza per cercare di ottenere da parte delle istituzioni l’attenzione necessaria per la valorizzazione e la promozione del patrimonio eno-gastronomico, artistico, culturale e paesaggistico siciliano. E’ composto da ristoranti gourmet (tra cui i 13 stellati presenti in Sicilia), 20 charming hotel e 2 maestri pasticceri.
“Siamo prima di tutto amici – spiega Tony Lo Coco – ambasciatori di un territorio attraverso la promozione delle bellezze naturalistiche, paesaggistiche, storiche e culturali. Per cui durante questo percorso racconteremo la parte enogastronomica, l’accoglienza”.
“Mangiare – conclude – vuol dire cultura, raccontare un’emozione, una storia. Il cuoco è l’interprete, il custode di quel sapere che è frutto di secoli di storia: dalla coltivazione alla trasformazione. E’ un patrimonio che noi vogliamo mantenere attraverso il nostro lavoro. Lo chef deve evocare dei ricordi, una stagionalità, la massima espressione del territorio di quel momento. Il cuoco è il compositore di questi ingredienti che insieme suscitano un gusto, ma soprattutto creano una storia attraverso i piatti”.