Fiumedinisi (ME). Continua l’instancabile ed assidua attività di valorizzazione della Doc Mamertino, tra i vini più storici d’Italia, da parte di Ais Taormina, tra le delegazioni più attive della Sicilia circa gli eventi di promozione territoriale.
È relativa a poche ore fa, infatti, la chiusura della XXII edizione della sagra di “Capricci d’Autunno”, il tradizionale appuntamento di novembre con la buona enogastronomia siciliana a Fiumedinisi, il paese del Messinese che sorge incastonato in una suggestiva valle, sulla sponda destra della fiumara omonima.
Ais Taormina, convegno a tema Mamertino
Molto coinvolgente il convegno tematico contestualizzato all’interno della manifestazione dal titolo “Mamertino: da Giulio Cesare ai nostri giorni” che s’è svolto all’interno della Scuola degli Antichi Mestieri e che è stato organizzato dalla sezione di Taormina di Ais, Associazione Italiana Sommelier, promosso dal Comune di Fiumedinisi con a capo il sindaco Giovanni De Luca, ospite il sindaco di Taormina Cateno De Luca, in collaborazione con Fenapi Provinciale di Messina, e sponsorizzato dalla pizzeria A.C. di Giovanni Famà, al contempo membro del comitato organizzatore della manifestazione.
Ais racconta la storia di un vino millenario
Il nome Mamertino deriva inequivocabilmente dall’omonimo popolo campano, i Mamertini appunto, cioè “figli di Mamerte” o “figli di Mamers” (il dio osco della guerra, il Marte dei Romani) erano soldati prezzolati, famosi soprattutto per aver giocato un ruolo di primo piano nello scoppio della Prima guerra punica.
In origine mercenari di Agatocle, tiranno di Siracusa, e privi di occupazione, i Mamertini, che si erano stabiliti nella piana di Milazzo, presero Messina a tradimento nel 312 a.C. e si diedero alle scorribande. Qui, ebbero modo di scoprire la millenaria tradizione vitivinicola locale e di apprezzare i vini messinesi, che presero il nome di “Mamertino“. Furono in seguito confitti da Pirro durante la sua spedizione in Sicilia (278-276 a.C.). I Mamertini, asserragliati a Messina, chiesero soccorso ai Cartaginesi, poi invece ai Romani (264 a.C.). La decisione di Roma di intervenire in loro favore determinò lo scoppio proprio della Prima guerra punica.
Giulio Cesare brinda al terzo consolato
Annoverato da Plinio il Giovane come quarto tra i migliori 195 vini del tempo, si narra che i Mamertini piantarono nel territorio di Milazzo e nel circondario “una pregevole vite per la produzione di un pregevole vino”. Così come oggi, anche allora era un vino caldo, generoso e confortevole, offerto – si dice – persino da Giulio Cesare in occasione del banchetto per celebrare il suo terzo consolato, poi citato anche nel “De Bello Gallico“, anche se in realtà il vino a cui si fa menzione nel trattato parrebbe essere il Tauromenium.
Ed ancora Marziale, poeta romano e grande epigrammista latino che visse nella seconda metà del I secolo dopo Cristo, del Mamertino scrisse: «…date al Mamertino il nome che volete, magari quello dei vini più celebri».
Cento ettari per la Doc più giovane di Sicilia
Solo vent’anni fa, nel settembre del 2004, grazie all’incessante abnegazione di alcuni produttori, arriva l’istituzione della Doc Mamertino, ultima in ordine temporale tra le siciliane, mentre è del 2019 la costituzione del Consorzio di Tutela, l’associazione dei produttori, oggi guidata dall’architetto e presidente Flora Mondello, titolare dell’azienda Gaglio Vignaioli, che hanno dato vita alla realtà attuale, frutto di impegno e di obiettivi ben definiti sin dal primo giorno.
Trentuno i comuni del Messinese che abbracciano la denominazione: dal promontorio di Tindari ai Colli S. Rizzo di Messina, coinvolgendo i monti Peloritani e parte dei Nebrodi. Tredici le aziende della Doc Mamertino che insistono su circa cento ettari vitati.
Mamertino, nel segno di Nero d’Avola e Catarratto
Un territorio straordinario, un terroir unico: i vigneti sono affacciati sullo Ionio, sul Tirreno e sulle Eolie, mentre l’Etna gli copre e gli sovrasta alle spalle. Clima, vento e tradizioni completano uno scenario che dà vita a vini figli di piccole realtà familiari che raccontano le storie e la biodiversità di cui si circondano. Buone escursioni termiche giorno-notte e i terreni di matrice argillosa permettono ottime coltivazioni di vitigni rossi e bianchi.
Il Mamertino Rosso è assemblato con almeno il 60% di Nero d’Avola e per minimo il 10% di Nocera, oltre ad una tara del 30% di vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione in Sicilia. Nel Mamertino Bianco, invece, concorrono all’assemblaggio Catarratto (min. 45%), Grillo e Inzolia (congiuntamente min. 35% e singolarmente min. 10%) insieme ad altre uve.
Due le masterclass per Ais Taormina
E sono state proprio queste due “versioni” di Mamertino il punto focale delle due masterclass di Ais Taormina. Presenziate da Francesco Baldacchino, presidente Ais Sicilia, la prima delle due, moderata con sapienza, cura nei dettagli e dovizia di particolari da Gioele Micali, responsabile eventi Ais Sicilia e delegato Ais Taormina, coadiuvato da Giovanni Mormina, responsabile del gruppo dei degustatori Ais Taormina, ha fatto perno su sei versioni in banco. La masterclass del Mamertino Rosso, invece, che ha visto protagoniste nove etichette, è stata condotta da Gianluca La Limina, degustatore e consigliere Ais Sicilia. Presente anche il Consorzio con Ruggero Vasari insieme a Nino Cambria, entrambi produttori.
«Ancora una volta la delegazione Ais della perla dello Ionio – afferma orgoglioso Gioele Micali – punta i riflettori sul territorio attraverso la terza edizione del focus sul “Mamertino: da Giulio Cesare ai nostri giorni”, ormai appuntamento annuale. La nostra sezione Ais territoriale centra ancora una volta l’obiettivo su questa denominazione messinese e su tutto l’areale produttivo coinvolgendo produttori, consorzio di tutela. Un momento importante che rappresenta un volano di lancio e di comunicazione di un intero areale produttivo in cui si colgono filosofie differenti di aziende grandi e meno grandi, tutte vogliose e riunite per l’occasione nei due appuntamenti in cui si approfondisce il territorio attraverso le storie di famiglie e le selezionate batterie di etichette che evidenziano diverse sfumature organolettiche e i diversi profili. Un’occasione importante di arricchimento culturale – conclude Micali – ma soprattutto di promozione territoriale della Doc più giovane della Sicilia».
La scommessa da vincere
Interessanti gli approfondimenti che hanno messo sì differenti stili produttivi provenienti da combinazioni di dosaggi di questo o di quell’altro vitigno o delle dissimili conformazioni dei terreni o altitudini, ma che hanno evidenziato una stimolante ed avvincente scommessa dei numerosi produttori intervenuti circa sinergie e sodalizi nella promozione e nella valorizzazione di una Doc fondamentale nel palinsesto enologico siciliano, ancora bisognosa di vento in poppa e di luci della ribalta di cui oggi meritevolmente avrebbe forte bisogno.
Spensierato, ma assolutamente centrato in armonia e sposalizio, il perfetto abbinamento gastronomico con pizze realizzate dall’istrionico Giovanni Famà pizzaiolo titolare della pizzeria “AC”. “Nisi” e “Mamertina” le sue creazioni stilistiche che hanno accompagnato bianchi e rossi del Mamertino.
Senza nemmeno un intoppo o una sbavatura il preciso servizio in sala dei sommelier Salvatore Micali, Letizia Rizzo e Giovanni Carrozzo.
I vini in degustazione
Mamertino bianco
- Principi di Mola 2023
- Azienda Agricola Vasari 2023
- Cantine Grasso
- Terre del Levriero Selene 2023
- Cantine Mimmo Paone 2023
- Guzman Tenuta Moreri 2021
Mamertino Rosso
- Antica Tindari Imperium 2020
- Lipari 2023
- Laudini Primo Jonico 2023
- Barone Ryolo 2022
- Cambria Givlio Cesare 2017
- Gaglio Vignaioli Don Tindaro
- Bongiovanni 2020
- Tenuta Gatti Curpanè 2011
- Cambria Mamertinum 2011