Mixology, i cocktail futuristi che guardano al passato: l’arte di Alessandro Melis 0

MILANO. Un fenomeno contagioso che recluta adepti da ogni parte del Bel Paese. Si rivalorizza il beverage storico italiano, quello degli anni ’20. Cocktail figli del momento storico e culturale del tempo, le cosiddette polibibite, stanno riemergendo. Il bere mix sta cambiando pelle: non conta più la quantità, ma la qualità. E l’attenzione si catalizza davanti agli occhi degli attenti mixology, incuriositi e desiderosi di replicare la tecnica che ha dato origine alla miscelazione made in Italy. Orogastronomico ha intervistato Alessandro Melis, sceso apposta da Milano a Palermo, nel corso di Expocook. L’arte del studiare tutti i prodotti coinvolti per valorizzare quelle che sono alcune delle eccellenze che il mercato propone per esaltare il gusto dei drink.

Mixology, si punta sull’alta formazione 

Alessandro Melis, assieme ad altri soci ha fondato “In-Drinkable: Conoscenza Formazione Ospitalità”, un centro di formazione professionale per il canale Horeca, dove i corsisti trovano una formazione molto approfondita e seguita dai migliori professionisti del settore attualmente in circolazione. “Dopo tanti anni di duro lavoro -afferma Melis- assistiamo a clientela che si è molto evoluta nel tempo ed è in grado di distinguere la qualità. Sempre più spesso, oggi, il cliente chiede al barman di occuparsi di lui, ma con la coscienza di quello che viene messo nello shaker”.

Il gusto del successo 

 Il boom è frutto di vari fattori: uno su tutti, il lavoro fatto sui barman dalle aziende che hanno investito molto sulla formazione degli operatori sensibilizzandoli alla qualità. Oggi i bartender devono sapere cos’è l’equilibrio o il bilanciamento di un drink. Come una spezia o un aroma reagisce all’interno di un cocktail. Secondo fattore: la globalizzazione. Oggi sappiamo qual è il distillato o il drink in voga a migliaia di chilometri di distanza e il più delle volte è possibile averlo anche qui da noi. Poi si viaggia sempre di più, riuscendo a prendere ispirazione nei quattro angoli del mondo.

I cocktail in voga

La vodka è protagonista, insieme a gin, whiskey e distillati di agave. Il Moscow Mule e il Gin Tonic hanno spodestato i famigerati Mojito e Caipirinha di vario genere. L’Aperol Spritz gestisce un ruolo da padrone dell’aperitivo, ma quando si ha tempo e confidenza con il cliente la creatività è decisamente ben accetta.

Esiste il cocktail perfetto?

La regola è non esagerare. Il cocktail più semplice è anche il più equilibrato. Un bravo miscelatore deve rendere decifrabile al suo ospite il mix di ingredienti nel bicchiere. L’ideale sarebbe non andare oltre i 5 elementi.

 

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