MESSINA. Ci sono tradizioni antiche che grazie alla qualità dei prodotti del territorio hanno saputo vincere la sfida della modernità anche in cucina. Un’inedita alleanza Palermo-Messina a tavola sta dando ottimi risultati. E’ proprio la cucina della nonna di origini palermitane ad ispirare i suoi piatti, per una tendenza che vede al centro la tradizione, rivisitata in chiave contemporanea ed innovativa. Nuccia Triscari, chef dell’Antica Filanda di Caprileone, si racconta ad orogastronomico.
Lo chef in rosa de Le Soste di Ulisse
Nuccia Triscari, donna chef de Le Soste di Ulisse, porta la sua personale filosofia in cucina: semplice, salutare, rispettosa delle materie prime, della stagionalità e dei sapori identitari del territorio. Un estro creativo unito alle conoscenze tecniche acquisite nel corso delle esperienze. Un’attività ormai trentennale. I suoi piatti rispecchiano in pieno la sua personalità: una donna semplice, dolce, legata alle tradizioni, che crede nei valori, con una forte personalità e per nulla non scontata. “Voglio puntare – spiega Nuccia – sull’incontro tra piatti della tradizione e materie prime di qualità per creare pietanze innovative caratterizzate dal gusto equilibrato e sapori originali, senza mai tralasciare i principi nutritivi della cucina mediterranea”.
Nuccia, l’amore per Salvatore incontra la cucina
Una passione innata quella di Nuccia, che esplode in cucina assieme all’amore per Salvatore. E’ lui, infatti, assieme alla sua famiglia, il proprietario del ristorante. Allora l’Antica Filanda si trovava a Galati Mamertino. Così, Nuccia, originaria di Furnari, all’età di vent’anni convola a nozze e si trasferisce nel paese del suo amato. Nuccia mette piede in cucina che, da quel giorno, diventerà il suo regno. Un regno condiviso con le sue cognate: Pina, Nina e Pinuccia. Nomi che messi insieme sanno di sciogli lingua. Mentre, i mariti si occupano della sala.
E insieme realizzano una gastronomia improntata ai concetti di ricerca, qualità, cura e tradizione. “Non è semplice – precisa Nuccia – soprattutto perché abbiamo sulle spalle una famiglia, dei figli a cui dare attenzioni. Ma l’amore, l’esperienza e la passione restituiscono grandi soddisfazioni che rendono ogni mio giorno felice”.
Le leonesse dell’Antica Filanda
Nuccia, Pina, Nina e Pinuccia sono le “leonesse dell’Antica Filanda“. Le chef selezionano attentamente le materie prime e rielaborano in chiave moderna e personale ricette antiche a tradizionali, facendovi ritrovare sapori ed emozioni ormai perduti. A turno governano la cucina: gestiscono un ristorante di circa 40 posti e una sala ricevimenti di altri 300 coperti. Il tutto coadiuvato da una decina di dipendenti. I mariti si occupano della sala. “Il sapore delle portate – dice Nuccia – non cambia in base al numero dei commensali. Le pietanze sono tali e quali. Ogni alimento mantiene il proprio gusto, nella completa genuinità”. Si tratta di una cucina italiana, contemporanea, con uno sguardo al passato e uno al futuro. Si recuperano quei profumi e sapori della nostra tradizione, partendo da una base solida, quella dei territori italiani, e con un gesto creativo li si riporta nell’attualità.
Il concept dell’Antica Filanda
Prelibatezze gastronomiche che restano sempre attuali. Così nell’Antica Filanda arte, cultura ed enogastronomia si uniscono per offrire al pubblico un’occasione unica per degustare i piatti della tradizione, scoprire le tipicità locali e innamorarsi delle bellezze del territorio. Una Terra di tentazioni anche per la gola. Le proposte dalla cucina cambiano a seconda della stagione, l’attenzione per la selezione delle materie prime è il primo criterio per la creazione dei piatti, sempre delicati, ma insieme di carattere, ricercati, senza cadere però in un’eccessiva elaborazione, assemblati con quel tocco di originalità capace di fare la differenza. Dai classici della cucina italiana, sia di carne che di pesce, fino ai piatti rivisitati dall’esperto e talentuoso staff ai fornelli. La passione di chi sta in cucina garantisce l’esaltazione del gusto dei prodotti sempre di prim’ordine.
L’ingrediente segreto di Nuccia
Un incontro di luoghi distanti, ma vicini col cuore. Si, perché l’ingrediente che non deve mai mancare nei piatti di Nuccia è l’amore. Un sentimento che l’ha sempre legata alla nonna del marito. Ottima cuoca dalla quale ha appreso tanto. Il suo ricordo lo trasmette nel menù dell’Antica Filanda. Seguendo le tradizioni culinarie locali lo chef rosa de Le Soste di Ulisse predilige i prodotti ed i piatti tipici del territorio, categoricamente rivisitati, seguendo l’innovazione. “Uso i prodotti del parco dei Nebrodi: la verdura di campo, la borragine, il finocchietto selvatico e il suino nero dei Nebrodi che fa da padrone nel nostro territorio. Trasmetto con i piatti l’amore per la cucina. Se non hai amore per la cucina non puoi stare ai fornelli. Non manca il tocco femminile in tutti i piatti. I nostri piatti sono decorati in modo particolare”.
Lo sfincione rivisitato
Da un’idea del marito, Nuccia rivisita lo sfincione palermitano in chiave gourmet. Non ha la classica forma dello sfincione: è un cannolo di una pasta morbida con il condimento classico, come vuole la tradizione: cipolla, concentrato di pomodoro, acciuga, ragusano e basilico, il tutto servito su una riduzione di latte e pasta di acciughe.
Ingredienti x 4 persone
Per il composto
• 400 g di Cipolla
• 100 g Concentrato di Pomodoro
• basilico
• olio extravergine
• pangrattato
• Ragusano grattugiato
Per la crema di latte
• 100 ml di latte
• pasta di acciughe
• 15 g olio extravergine di oliva
Per il pane
• farina di grano tenero
• acqua
• olio extravergine di oliva
• lievito
Procedimento
Tagliare la cipolla a cubetti e soffriggerla con olio extravergine di oliva e basilico, quindi aggiungere il concentrato di pomodoro e lasciare cuocere a fuoco lento per circa mezz’ora. Nel frattempo preparare la crema di latte cuocendo assieme tutti gli ingredienti fino ad ottenere una riduzione. Prepare il pane e stenderlo con un mattarello a mo’ di cannolo. Quando il composto dello Sfincione sarà pronto aggiungere il Ragusano grattugiato e riempire i “cannoli” precedentemente preparati. Tostarli fino ad ottenere un’omogenea doratura della superficie esterna ed impiattare lo Sfincione adagiandolo sulla crema di latte. Decorare il piatto con una foglia di basilico e una spolverata di Ragusano grattugiato.