PALERMO. Viaggio in Sicilia per il Natale 2020 firmato Di Stefano. Materie prime d’eccellenza, ricette nuove, sapori unici e genuini. Ma anche storia e mitologia riletta in chiave contemporanea dagli artisti Domenico Pellegrino e Ligama, autori delle due Capsule Collection Limited Edition di quest’anno.
Uova fresche, burro 100% italiano, acqua oligominerale e poi pistacchi, mandorle, cioccolato, carrube e arance siciliane lavorate secondo l’antica tradizione dolciaria sono gli ingredienti per un Natale dal gusto irresistibilmente sincero e genuinamente siciliano come la terra che gli da’ origine, Raffadali, chiamata dagli arabi “villaggio delle eccellenze”.
Forte delle conferme ricevute da parte del mercato e degli addetti ai lavori, la Di Stefano ha deciso di puntare sul rafforzamento e consolidamento della propria posizione all’interno del suo segmento di mercato e alla conquista del mercato healthy food e gluten free, con le due le novità del Natale 2020 – il Pandoro Siciliano e il Panettone Siciliano Gluten Free – che s’aggiungono alle linee già esistenti.
Il Pandoro Siciliano da 750gr è una reinterpretazione in chiave squisitamente siciliana dell’antica tradizione veronese del classico Pandoro, il dolce per antonomasia del Natale dei più piccoli, amanti dei sapori semplici e del rituale dello zucchero a velo che, in casa Di Stefano, s’arricchisce di una variante golosa con il cioccolato siciliano in polvere, oltre a quella tradizionale.
Il Panettone Siciliano Gluten Free da 750gr inaugura la linea senza glutine con i suoi due gusti: il mandorlato siciliano e il cioccolato siciliano in gocce. Il primo, è un grande classico che conquista per il suo gusto tradizionale e per la sorprendente alveolatura dell’impasto contenente uva passa e profumati cubetti di arance di Sicilia candite e ricoperto da una cupola croccante con zucchero muscovado e mandorle siciliane intere. Il secondo, rappresenta il connubio perfetto per chi ama i sapori semplici ed equilibrati grazie alle golose pepite di cioccolato siciliano immerse in un soffice impasto.
Da anni, l’azienda sceglie l’arte contemporanea e l’artigianalità made in Sicily come simbolo delle sue produzioni, grazie alle collaborazioni con artisti, designer, stilisti e chef. Si pensi, al Road Tour nazionale dello scorso anno in cui gli chef Marcello Trentini, Marco Ambrosino, Arcangelo Dandini e Maurizio Zanolla insieme alla chef ambassador siciliana Bianca Celano hanno celebrato, a Torino, Milano, Roma, Firenze, la versatilità del panettone. La Di Stefano, prima azienda in Italia a ideare e realizzare questo format di sperimentazione, ha organizzato quattro cene in ristoranti stellati e gourmet in cui il panettone, presente in tutte le portate, è stato declinato in vari modi.
Dal 2015, la Di Stefano ha iniziato una staffetta del bello all’insegna della valorizzazione e rivisitazione in chiave attuale della cultura e della tradizione siciliana. Dalla “truscia” con cui avvolgere il panettone della stilista Marella Ferrera che ha cucito a mano antichi tessuti di batista di cotone al piatto in legno serigrafato e alla latta salva freschezza ispirata ai personaggi simbolici dell’Opera dei Pupi dell’artista Alice Valenti; ed ancora, dal piatto in Laminan sempre a tema cavalleresco del designer Andrea Branciforti al piatto in ceramica realizzato dall’artista Domenico Pellegrino insieme a Ceramiche De Simone, e infine, il dittico in vetro del 2020 dell’artista Ligama: sono queste le Capsule Collection Limited Edition Di Stefano.
Per il Natale 2020 il testimone di Alice Valenti – autrice della prima latta d’autore – passa a Domenico Pellegrino. Classe 1974, artista amante delle policromie: ha fatto delle tradizioni della sua terra il leitmotiv della sua ricerca. Unico artista siciliano presente alla 58. Biennale di Venezia del 2019 ha partecipato anche alla Biennale Arcipelago Mediterraneo. Scelto da Disney Italia per il lancio dell’ultimo film di StarWars a Milano, ha preso parte a Manifesta12 e a Palermo Capitale della Cultura. Miti greci e leggende, supereroi contemporanei, a metà tra il pop e il folk, vestiti di tradizionali decori siciliani e le luci delle feste patronali diventano/inventano un nuovo linguaggio con cui l’artista racconta il suo tempo.
«Mi sono ispirato alla figura e alla corte di Federico II di Svevia – spiega Domenico Pellegrino – perché trovo attuale la sua visione del mondo e il suo progetto di rivoluzione culturale. Nello specifico, il soggetto scelto per la latta – il leone antropomorfo passante – è la trasposizione di una mia opera in luminaria che è mia intenzione esporre presso il Palazzo dei Normanni di Palermo per renderla fruibile al pubblico. Federico II di Svevia è stato il primo re a parlare d’inclusione e unione di popoli e culture diverse com’è testimoniato nei mosaici della Cappella Palatina e della Sala di Ruggero dove, tra le altre rappresentazioni, troviamo il leone antropomorfo passante realizzato con tessere in oro zecchino provenienti da Bisanzio simbolo della luce divina e tessere rosse simbolo della regalità».
L’artista palermitano, giunto alla sua seconda collaborazione con l’azienda di Raffadali, tratteggia, attraverso le sue luminarie pop folk, i contorni di un uomo che più di ogni altro rappresenta l’ingegno, la mentalità libera ed eclettica e la capacità di valorizzare e integrare le diversità tipiche della storia della Sicilia: Federico II di Svevia, lo Stupor Mundi. Pellegrino rievoca la luminosa essenza della “meraviglia del mondo” disegnando sul coperchio dal fondo rosso, un leone antropomorfo passante dai contorni dorati con la zampa anteriore destra alzata, e lungo i lati, su un fondo verde, la corona imperiale: entrambi i soggetti sono chiari rimandi all’iconografia araldica e regale classica.
Il testimone del piatto associato al formato Magnum ai gusti Carrubo Classico e Mela da 3 e 5 kg passa da Domenico Pellegrino, autore del piatto 2019, a Ligama. Classe ‘86, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Catania, diventa assistente della Cattedra di Incisione che lascia nel 2015 per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Dopo anni di ricerca sulle tecniche di stampa, il suo percorso artistico si concentra sui pixel quali elementi che compongono l’immagine virtuale e, nel 2015, debutta con la sua prima personale 8bit. I pixel diventano mobili e macro e prendono a oggetto la sua Sicilia. Nascono così le sue opere su grande scala a Farm Cultural Park, al Palazzo della Cultura di Catania, sulla superficie di un imponente ecomostro sequestrato alla mafia in provincia di Trapani e il suo lavoro più noto, lo ULM, con cui manipola il paesaggio rurale siciliano attraverso colori inediti generati da uno speciale algoritmo.
Ligama realizza due piatti tondi in vetro, presentati separatamente all’interno della confezione del Magnum così da sottolineare l’importanza singola e doppia di queste ninfe destinate a diventare creature mostruose. Le due figure mitologiche emergono, nei piatti di Ligama, da campiture geometriche dai colori accesi e mostrano una solennità tipica della statuaria classica. La fragilità del vetro rimanda a quella dei ruderi abbandonati cui l’artista dona nuovo segno e senso con i suoi interventi. Ligama si rifà all’epica greca, a Scilla e Cariddi, descritti da Omero nell’Odissea come i due mostri marini che con il moto perpetuo delle correnti scandiscono l’ingresso allo Stretto di Messina, consentendo l’accesso ai tesori dell’Isola solo ai viaggiatori più virtuosi. I colori e i tratti tipici della sua street art si fondono e convivono con reperti d’arte classica che si stagliano, con stridente e armonica bellezza, sullo sfondo di un murales virtuale stampato su vetro temperato.