PALERMO. Rosso del Conte, una serata dedicata al vino punta di diamante della cantina Tasca d’Almerita si è svolta martedì 18 dicembre al ristorante e pizzeria l’Oste dello Stabile, in Via Mariano Stabile, 39.
E’ stato un meraviglioso viaggio enogastronomico, tra odori, sapori e tradizione tutta mediterranea.
La serata è stata orchestrata da Corrado Maurigi, brand ambassador di Tasca d’Almerita, che ci ha permesso, tramite le sue parole, di tornare indietro nel tempo, a quando il Conte Giuseppe ha voluto dar vita a questo prodotto di eccellenza, in grado di esprimere tutte le caratteristiche della Tenuta Regaleali.
Fu il primo vino da Vigna Unica in Sicilia, un vero e proprio primato tutto made in Sicily. Il vino è apparso nei calici sempre diverso, sia pur mantenendo la propria identità dal 2014 al 1998.
Antipasto di crudi e Rosso del Conte Tasca d’Almerita 2014
Primo selvatico e deciso come il Rosso del Conte del 2007
Glassa, tartufo e Rosso del Conte del 2000
“Un secondo” tra i boschi all’Oste dello Stabile
Passeggiando un secondo tra i boschi, ci imbattiamo su una carne preparata a puntino dallo chef Napolitano. Uno stracotto di cinghiale con polenta di frascatula ai funghi delle Madonie. Il cinghiale si presenta morbido, privo del forte aroma di selvaggina, pur conservandone perfettamente il gusto. Un secondo che ricorda i profumi del bosco, grazie alla presenza dei funghi saporiti e deliziosi. Al suo interno nascosto un cuore di polenta di frascatula, d’accompagnamento al piatto.
In abbinamento il vino più vecchio di tutti, prodotto addirittura ben 20 anni fa. Classe 1998, direttamente dal vigneto di San Lucio, di Sant’Anna e Ciminnita, nonché dal vigneto di Case Vecchie. Grazie al suo affinamento il barili di Rovere Francese e al perfetto equilibrio delle stagioni – inverno freddo, primavera mite ed estate molto calda – il vino si è presentato equilibrato e gustoso.
Un perfetto abbinamento con la carne di cinghiale proposta dallo Chef dell’Oste dello Stabile.
Dulcis in fundo
Arriviamo al dolce. Questa volta lo chef dell’Oste dello Stabile si fa aiutare dalla immortale pasticceria Palazzolo. Un dolce di antica memoria, la pesca, che rivive grazie all’arte di Santi Palazzolo della omonima pasticceria. Sono due brioche intrise di liquore e ripiene di crema all’arancia.