PALERMO. E’ ai fornelli fin dalla prima adolescenza. Testardo, determinato, ambizioso e preciso come pochi. Non distoglie lo sguardo dall’obiettivo ed ama le sfide. Creatività, disciplina, duro lavoro i suoi mantra. Chef Salvatore Galati è considerato uno dei casi di successo di ALMA – la Scuola Internazionale di Cucina Italiana di Colorno, poco distante da Parma nel cuore della food valley italiana. ALMA è riconosciuta come il più autorevole centro di formazione professionale dedicata all’ospitalità e alla ristorazione Italiana a livello internazionale. L’intervista allo chef si trova nel sito della scuola www.alma.scuolacucina.it.
Salvatore Galati da tre anni lavora nella brigata del ristorante Villa Crespi, due stelle Michelin, dello chef Antonino Cannavacciuolo.
L’esperienza maturata all’interno di ALMA e nella cucina di Villa Crespi, oltre a una ricca dose di talento, hanno portato Salvatore ad aggiudicarsi la vittoria del talent per cuochi emergenti come migliore chef siciliano a soli 21 anni.
Figlio di Bartolo Galati, titolare della nota azienda di Catering, ha iniziato il suo percorso lavorativo all’età di 14 anni, maturando in quest’ultimi anni importanti esperienze professionali perfezionate nell’autorevole Scuola Internazionale di Cucina Italiana in campo enogastronomico. Le sue portate rivelano una convergenza tra mare e terra, ponendo grandissima attenzione alla scelta delle materie prime e all’abbinamento delle stesse.
La sua è una cucina innovativa molto attenta a quello che è il DNA gastronomico del territorio. “La cucina che mi identifica di più – spiega chef Salvatore Galati, nel corso dell’intervista – è una cucina di gusto, estetica, territoriale. È passato già un po’ di tempo, ma l’emozione che ho provato le prime volte che sono entrato nella cucina dello chef Cannavacciuolo, le prime volte che mi sono approcciato a un mondo così ampio e difficile allo stesso tempo, è indescrivibile. Pur avendo sempre lavorato, ero un ragazzo giovane ed avevo svolto piccole esperienze. Anche il fatto che lo chef fosse una personalità così nota ha reso il tutto più emozionante. Devo dire – conclude chef Galati – che oggi ho ben assodato le tecniche e mi posso ritenere uno dei punti cardine di questa cucina”.