Sassicaia non smette mai di stupire e si conferma, laddove ce ne fosse bisogno, di essere il portabandiera dell’enologia italiana.
Vendemmia 2015 primo vino al mondo
Nemmeno il tempo della grande notizia di poche settimane fa che la vendemmia 2015 ha avuto il grandissimo riconoscimento da Wine-Spectator di essere il migliore vino del mondo, che la 2016, ancora non in commercio, sta già facendo ampiamente discutere di sé.
1985 e 2016: prima volta per un vino italiano
Sì, perché il gioiello del marchese Nicolò Incisa Della Rocchetta (foto sopra) di Tenuta San Guido a Bolgheri ha ottenuto per la seconda volta nella sua storia, dopo la gloriosa 1985, l’autorevole punteggio di 100/100 da Robert Parker, noto come “imperatore del vino”, col suo Wine-Advocate, in assoluto la più accreditata guida internazionale sul vino. Ed è anche doppio record, perché è pure la prima volta che un vino italiano riesce ad ottenere per due volte questo importante riconoscimento. Ad esprimersi in merito è stata la grande Monica Larner, giornalista e critica americana, ormai italiana di adozione, che per Wine Advocate valuta i vini per l’Italia.
Monica Larner: la 2016 ha nitidezza, precisione, grande acidità
Ecco un sunto delle parole di Monica sulla sua valutazione di pochi giorni fa:
«Il Sassicaia 2016 è un vino di successo. L’ho assaggiato più volte e il meritato punteggio di 100/100 è stato assegnato con entusiasmo alla conclusione di un mini verticale tra la 2016 e la 2015 (a cui ho dato 97/100). Due delle migliori annate, simili con lunghi e caldi mesi estivi che hanno alimentato una stagione di crescita prolungata. Il 2016 leggermente più piovoso: in termini analitici questa annata ha un po’ più di acidità. L’annata 2015 è esuberante, rotonda, succulenta e immediata, mentre la 2016 mostra nitidezza e precisione. La grande acidità lo porterà a lungo nel futuro col suo lento corso evolutivo. Questo vino ha un sapore netto di mora, ciliegia matura, erbe grigliate e spezie. I sentori fluiscono dal bicchiere in un flusso continuo e sono tutti contrassegnati da intensità radiante. La sensazione è lunga e persistente. La freschezza della spina dorsale tannica del vino si bilancia perfettamente alla profondità dei sentori di frutta. A mio parere, il Sassicaia 2016 si erge vicino all’epica annata 1985 che è stata il punto di riferimento definitivo per il vino italiano».
Come nasce il Sassicaia
Sognava di realizzare un vino di razza, proprio come i suoi cavalli (sua grande passione) Mario Incisa della Rocchetta (a destra nella foto), papà dell’attuale proprietario, il figlio Nicolò. Desiderio confessato proprio da Mario in una lettera a Luigi Veronelli, dopo aver assaggiato dai Duchi Salviati a Migliarino, un grandissimo rosso che aveva «lo stesso inconfondibile bouquet di un vecchio Bordeaux». Da qui l’intuizione e la perseveranza di piantare Cabernet Sauvignon a Bolgheri su un terreno molto simile alle Graves francesi di Bordeaux, ossia pieni di sassi, da cui il nome del grande rosso toscano.
Prima annata: 1968
Nel 1948 iniziano le sperimentazioni, “bevute” solo in azienda. Durano ben vent’anni. È il 1968, infatti, l’anno del debutto del Sassicaia. Diecimila le bottiglie. Non fu subito exploit.
Con Tachis sboccia il mito “Sassicaia”
Arrivano i 100/100 della 1985
Bisognerà attendere la mano dello straordinario enologo Giacomo Tachis nel 1972. È lui a dare la sferzata alle sorti di questo vino fino alla gloriosa vendemmia 1985 a cui fa ottenere 100/100 proprio da Robert Parker. Il mondo assiste alla nascita di una nuova stella nel firmamento del vino.
Trentuno anni più tardi la storia si ripeterà ancora.