PALERMO. Lo sguardo cattura la bellezza dei microcosmi siciliani, rivelandola attraverso gli scatti più autentici. Fragranze e sapori evocativi che segnano un territorio. Frutto di tradizioni lontane, che si sintetizzano nei piatti degli chef, grandi interpreti e ambasciatori della moderna cucina isolana. Un viaggio gastronomico legato alla storia e alle bellezze della Sicilia, raccontate tra le pagine del libro “Sicilia continente gastronomico, i grandi chef e la tradizione”. L’antologia de Le Soste di Ulisse, edita da Giunti, è redatta dal giornalista Francesco Pensovecchio e illustrata dal fotografo Benedetto Tarantino. E’ stata presentata alla platea di giornalisti e pubblico di amatori nella sala del Teatro Garibaldi alla presenza di Pino Cuttaia, presidente de Le Soste di Ulisse, del vice Tony Lo Coco e di alcuni membri del direttivo dell’associazione.
Sicilia continente gastronomico
“Sicilia continente gastronomico, i grandi chef e la tradizione” è un libro che ispira appassionati e curiosi, cittadini e turisti, amanti del bello e del gusto autentico. Che si collega a una tradizione che guarda all’innovazione. E suggerisce di volta in volta un assaggio, che sia da un banco al mercato o dalla tavola di uno chef stellato. Un giornalista e un fotografo, entrambi figli di questa terra e tenaci cultori della sua identità, dipingono la Sicilia. Terra che si collega a una tradizione culinaria.
Intreccio di arte, sapori e bellezze
Arte, bellezze, paesaggi e sapori si intrecciano in una terra, anima caliente che arde in chi ne è figlio legittimo o la fa sua.
E’ un amore a prima vista che fa battere il cuore, come i baci rubati tra due adolescenti; un abbraccio in spiaggia al tramonto che ti scalda l’anima; il sorriso di una madre che ti strappa una lacrima.
Terra del barocco di Noto e del cioccolato di Modica, di luoghi incantati del commissario Montalbano e del cannolo o della cassata.
E’ il mercato del Capo a Palermo e il cous cous trapanese, i ricordi letterari o le immagini del grande cinema, che ci riportano sui luoghi del Gattopardo.
Frammenti canonici, come il teatro dei pupi, raccontano di tradizioni antiche; immagini più insolite come la Cattedrale del sale, nelle miniere di Realmonte, le mummie nella Cripta dei Cappuccini o gli alberi della manna svelano nuovi misteri.
Gli scenari danteschi dell’Etna o delle Eolie, a un passo dall’incanto del mare, riassumono la potenza e le armonie della natura, della storia e della cucina siciliane.
Tutto ciò scorre tra le pagine, e a guidare i nostri passi e a suggerire di volta in volta un assaggio, una fetta di un territorio.
Cuttaia: “Raccontiamo la Sicilia a 360 gradi”
“Vogliamo raccontare una Sicilia a chi la visita – afferma Pino Cuttaia, presidente de Le Soste di Ulisse – attraverso luoghi, cibo, cultura. E ognuno diventa ambasciatore del proprio territorio. Noi mostriamo al turista che viene a cena una fetta della città: gli raccontiamo la storia e i profumi, coscienti che quando tornerà nel suo Paese porterà con se l’entusiasmo che trasmetterà ad altri, che verranno in Sicilia proprio per vivere le medesime emozioni”.
Pensovecchio: “Il territorio e la cucina degli chef “
Settanta ricette originali, gustose e vivaci già nelle parole dei loro ideatori, celebrano il gesto creativo e la ricerca che non teme un confronto con la tradizione.
“Venti racconti contenuti nel libro – spiega Francesco Pensovecchio, giornalista -. Si spazia dai luoghi fisici, dal mare alle montagne, all’interno storie legate al food e alla gastronomia che si ricollegano agli chef, ognuno dei quali hanno scritto due ricette”.
Lontana dai luoghi comuni e vitale, creativa al cospetto di una millenaria vicenda, la cucina d’autore si inserisce perfettamente nel quadro.
Chef stellati e non, singoli interpreti o nuclei familiari che si rinnovano nelle generazioni.
Lo Coco: “Il cibo come linguaggio universale”
Il cibo è un linguaggio universale – dice Tony Lo Coco, vice presidente de Le Soste di Ulisse – attraverso il piatto puoi capire l’idea del cuoco, la stagione. Il piatto è un libro, e il libro de Le Soste di Ulisse rappresenta tutti noi”.