Sicilia en Primeur, presentata l’edizione 2023: l’Isola regione strategica nel settore vino 0

PALERMO. Presentata in sede Unicredit la 19ª edizione Sicilia en Primeur 2023, la consueta ed annuale anteprima dei vini siciliani organizzata da Assovini Sicilia che avrà luogo a Taormina e Radicepura di Giarre dal 9 al 13 maggio prossimi.

Sicilia en Primeur,
oltre 80 i giornalisti accreditati

Assieme a Master of Wine e professionisti del settore che guideranno seminari tecnici e masterclass, saranno oltre 80 i giornalisti tra italiani e stranieri che parteciperanno alla manifestazione, ad oggi e sin dal 2004 l’appuntamento più importante del vino siciliano.

Il pay-off scelto da Assovini Sicilia per la 19ª edizione di Sicilia en Primeur è Ambasciatori e custodi di cultura e territori, sottolineando il ruolo dell’associazione nel farsi portavoce della conoscenza di un territorio attraverso i vini e i suoi produttori, quali promotori di qualità, di bellezze paesaggistiche, dell’unicità del patrimonio storico-archeologico della Sicilia.

E a proposito di Sicilia sono molto confortanti i numeri che, in un climax ormai crescente da tempo, pongono la Sicilia come regione strategica nel settore del vino. È ciò che emerso dallo studio UniCredit-NomismaGli asset che creano valore per la filiera vitivinicola italiana: mercati, territori, imprese” che ha avuto luogo in Unicredit Palermo, proprio in occasione della presentazione di Sicilia en Primeur 2023.

Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia Unicredit

«Lo studio di Nomisma – ha sottolineato Salvatore Malandrino, Responsabile Regione Sicilia di UniCredit Italia – conferma l’immagine del settore vitivinicolo della Sicilia come un comparto d’eccellenza non solo per l’economia regionale, ma anche in ambito nazionale. UniCredit è fortemente impegnata nell’offrire alle aziende vitivinicole siciliane soluzioni reali per rispondere ad ogni esigenza lungo tutta la filiera produttiva e per sostenerle nel loro percorso di crescita ed innovazione».

«Con il nostro network internazionale – continua Malandrino – siamo in grado di accompagnare le aziende vitivinicole all’estero, aiutarle a rafforzare il proprio business e ad inserirsi in nuovi mercati emergenti con ricerca di controparti, supportandole anche con una gamma di finanziamenti dedicati a sostenerne la transizione in ottica green e attraverso programmi di formazione e azioni concrete lungo tutta la filiera».  

Antonio Rallo, presidente Consorzio di tutela Doc Sicilia

Con il mercato asiatico ancora marginale seppur in crescita, oggi l’export di vino italiano si concentra soprattutto sul mercato europeo e quello nordamericano. In proprorzione è quanto vale per la Sicilia, per la quale sono 5 i mercati più significativi: Germania, Usa (+28% rispetto al ‘21), Svizzera (+24% rispetto al ‘21), Regno Unito e Belgio. Con la tara che Istat non tiene conto dei luoghi di spedizione all’estero, per cui non sono tabulati i reali valori totali che sono, ovviamente, superiori a quelli dei dati in possesso.

L’Italia nell’ultimo decennio ha riqualificato il suo portafoglio export passando da 31% a 19% circa la vendita di sfuso, accrescendo il prezzo medio dell’imbottigliato, complice anche l’aumento delle bollicine, da 2,22 €/litro a 3,60 €/litro.

Francia ancora avanti, però, se puntiamo il faro sulle Dop: 84% contro 69%, con i prezzi “italiani” di gran lunga inferiori. Tanto per citare alcuni esempi: Bianchi di Borgogna 16 €/litro, Bianchi del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia venduti a 5,17€/litro, mentre i Bianchi di Sicilia sono prezzati a 3,76 €/litro. I Rossi di Sicilia mediamente allineati con un prezzo medio di 3,56 €/litro. Ben sopra la media italiana (+22,8%), invece, la crescita dei prezzi dei Bianchi siciliani (+30,6%).

Dario Dartabellotta, Dirigente Generale dipartimento Agricoltura Regione Sicilia

In stasi, ma in miglioramento, le vendite dei Dop Sicilia nella GDO: pesano solo il 4% sul totale. Tiene bene, però, il prezzo di vendita che si attesta sopra la media Italia (5,01 €/bottiglia da 75 cl contro i 4,20 € in Italia). Va meglio coi vini generici: 24% della produzione sul totale regionale contro il 16% media Italia.

Come comparto bio, invece, la Sicilia è la terza regione (31% contro 19% Italia), anche se con margini di crescita minori dal 2011 al 2021 rispetto ad altre regioni (97% contro 138% a livello Italia). Rimane, però, in assoluto la regione con il più grande vigneto bio d’Italia: siamo ad oltre 26.000 ettari su 97.000. Si arriva a 42.000 ettari se si considerano insieme anche i vigneti a lotta integrata.

L’Isola è nella Top Five regioni vinicole in Italia per redditività media delle società di capitale. Sul mondo dei Social le cantine siciliane hanno un buon posizionamento: ciascuna ha in media circa 16,4 mila followers, coprendo circa il 10,3% del totale nazionale.

Sicilia al 4° posto in Italia, invece, per acquisizioni nel settore vitivinicolo (8% sul numero totale del periodo 2016-2022). Con riferimento alla denominazione target, l’Etna è grande protagonista, piazzata al 4° posto in Italia, al di sopra di denominazioni come Chianti Classico, Valpolicella e Barbera d’Asti.

Laurent Bernard de la Gatinais, presidente Assovini Sicilia

«La Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenza – commenta Laurent Bernard de la Gatinais, Presidente di Assovini Sicilia. E oggi, i soci di Assovini hanno il duplice merito di viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e promuovere il territorio e la cultura attraverso l’esperienza dell’ospitalità siciliana nelle loro aziende.  Dietro ogni vino c’è sempre una grande storia da scoprire e raccontare».

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