Milano. Se sei stuf* di sushi e cotoletta e vuoi pranzare in centro a Milano, magari senza spendere una fortuna, con l’intento di fare un’esperienza un po’ speciale, che rimanga nei ricordi tuoi e dei tuoi commensali, oggi dove andresti?
Abbiamo posto la stessa domanda a due amici milanesi doc. Ed entrambi, in momenti e con canali diversi, ci hanno consigliato così: “Vai da Spazio Niko Romito in Galleria”. Doppietta che non si può ignorare, nonostante un po’ di personalissimo timore iniziale sul possibile conto fuori dalla nostra portata.
L’esperienza da Spazio Niko Romito
Il nome dello chef non mi era nuovo, l’avevo forse visto a Masterchef? O in qualche classifica di settore sui top restaurants italiani? Non ho voluto rovinarmi la sorpresa e documentarmi sul web, come amo fare. Così, raggiungendo la Galleria Vittorio Emanuele da piazza Diaz in un giorno primaverile persino per Milano, passando per l’affollato shop di Iginio Massari e perdendomi fra le insegne di Cracco e Marchesi alla ricerca della mia meta al buio per il pranzo, finalmente, dopo tre scaramantici giri di tacco sulle palle del toro e un ritorno al via, riesco a individuare l’ingresso de Il Mercato del Duomo, di cui ignoravo l’esistenza. Qui, all’ultimo piano, si trova Spazio Niko Romito.
È più o meno l’una quando varchiamo la soglia e ovviamente non abbiamo prenotato. Una hostess asciutta e cordiale, con accento vagamente familiare, ci accoglie con cortesia, ma può proporci solo un tavolo, senza vista panoramica, vicino la cucina. Poco male, accettiamo l’offerta. Sarà solo durante il pranzo che ci renderemo conto che tutti i tavoli sono prenotati. Infatti, appena qualche minuto dopo il nostro arrivo vediamo rimbalzare, sempre molto cortesemente e col sorriso, diversi avventori, molti dei quali giunti apposta.
“I came here just for your lentil soup! Do you make it on the go?”. Vedo una graziosa ragazza dai tratti indiani dispiacersi e tentare il tutto per tutto, anche il take away al ristorante gourmet, pur di assaggiare la zuppa di lenticchie, finocchio e tarassaco dello chef Niko Romito.
Ed è allora che le mie aspettative salgono, insieme alla soddisfazione di essere riusciti a conquistare l’ultimo tavolo disponibile.
La location
Un ambiente spartano, dal vago sapore country ma non chic, essenziale ma non freddo, dove risaltano sedute moderne, colori primari a contrasto e una mise en place minimale con porcellane e posate d’argento. Foto in bianco e nero di un luogo che fu si alternano senza però riempire le pareti neutre. Nodose credenze in legno, tutte diverse, una silenziosa radio anni ’50, scaffali di vecchi libri con i classici della letteratura italiana e grosse zuppiere in porcellana bianca in ogni tavolo sembrano dire al commensale: “Ricordati la campagna, la terra, la tua casa!”.
Le sale sono tre e contigue, una vista cucina, l’altra centrale, intima e ampia al tempo stesso, da cui si accede a quella panoramica, con grandi vetrate vista Duomo. Avete capito quale dovete prenotare?
Non c’è nessuna musica di sottofondo, si sente soltanto il sommesso brusio dei clienti, molti dei quali sono chiaramente habitué.
In sala si alternano giovani allievi della scuola di cucina dello chef, professionali e cordiali. In cucina, il testimone è in mano a Gaia Giordano, executive chef del progetto Spazio che impiega i ragazzi usciti dalla scuola Niko Romito Formazione.
Il menù
Il menù è solo cartaceo. È quasi un anacronismo, ma questa assenza di contemporaneità e tecnologia qui dentro mi rassicura.
In carta, non troverete arzigogoli descrittivi. A parlare è l’essenza del piatto, e quindi dell’ingrediente. Il carciofo è Carciofo. E anche Indivia e Arachidi. Persino il Riso al salto è tale, senza voli pindarici, così come Verza e Mela e più o meno tutto il resto del menù, che cambia stagionalmente.
Le proposte richiamano e rispecchiano una promessa di equilibrio fra tradizione e innovazione. Piatti semplici e una selezione che comprende tutto, pasta, carne e pesce. Ma le verdure mi sembrano avere un posto speciale nella carta e nel pensiero di cucina di Niko Romito.
Infatti, l’unica portata a degustazione – Spazio in condivisione – è un trionfo di assaggi di cucina vegetale. Anche l’amuse bouche è a base di verdure: barbabietola con spuma di barbabietola e gocce d’olio, accompagnato da croccanti chips di pane al finocchietto. Inoltre, le verdure compaiono in quasi tutte le portate, come proposte in parallelo, e non in subordine, alla parte proteica del piatto.
Una profumata acqua di alloro, spruzzata al peperoncino, è il brodo che contiene i Plin ripieni di ragù di cortile, d’oca e altri volatili, cremoso, verace e molto ricco di sapore. Le Tagliatelle Burro e Parmigiano sono un trionfo di semplicità e gusto, grazie a una manteca perfetta che rende la crema al formaggio Bruno una morbida carezza al palato. I bocconcini di Rombo, Carciofi e Agrumi soddisfano nella loro semplicità. E li accompagniamo con una generosa scarpetta di croccante signature bread.
Infatti, del pane Niko Romito ne ha fatto una filosofia, un laboratorio di ricerca e lo ha persino inserito in menù come portata a sè. Il valore della semplicità di acqua e farina nelle mani del cuoco panificatore ha un boost in più, grazie all’utilizzo delle patate lesse nell’impasto di lievito madre liquido, per renderlo più morbido anche dopo giorni.
Il dessert che più ci stupisce è una cialda croccante di cioccolato, che racchiude un cuore di panna con sfera al limone. Sorprendente. Il celebre lievitato di Romito, il Pandolce, è il panettone leggero e senza canditi che vorresti mangiare tutto l’anno. Quello appena scaldato per restituirgli il profumo e quel leggero bruciacchiatino, accompagnato da una tazzina di soffice crema a base di panna al limone dove, a onor del vero, ci è mancato del tutto il sapore del caramello.
Concludiamo con soddisfazione anche per le nostre tasche e perché siamo riusciti nel nostro intento iniziale. Mangiare bene, senza strafare, con gusto e semplicità, in centro a Milano senza spendere un capitale. Avere un pranzo da ricordare.
Chi è Niko Romito, lo chef tristellato autodidatta
Classe 1974, abruzzese e autodidatta, da studente di Economia e broker mancato a chef pluristellato, la carriera di Niko Romito è stata tanto veloce, quanto inaspettata e pregna di riconoscimenti.
Tre stelle Michelin, riconfermate anche nel 2023, e tre ristoranti in Italia: Casadonna Reale a Castel di Sangro (L’Aquila), l’antica pasticceria di famiglia trasformata nel 2000 con la sorella Cristiana, Spazio Niko Romito a Roma e Milano. E ancora, un laboratorio e un’accademia di cucina, sempre con sede e cuore a Castel di Sangro (L’Aquila), il format di ristoranti su strada e take away ALT Stazione del Gusto in Abruzzo e la gestione dei ristoranti del Bulgari Hotel di Milano, Parigi, Shangai, Bejing e Dubai.
Info utili Spazio Niko Romito Milano:
Spazio Niko Romito Milano è al 4° Piano de Il Mercato del Duomo – Piazza del Duomo 1 C/O Galleria Vittorio Emanuele II. Aperto a Pranzo (12:30 – 14.30) dal Martedì al Sabato, a Cena (19.30 – 22.00) dal Lunedì al Sabato. Domenica chiuso
Per info e prenotazioni tel: +39 02 878400 – info.milanopiazzaduomo@spazionikoromito.com
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