Tuma Persa. In poche ore l’hastag #savetumapersa è diventato virale. L’intento è salvare una tipicità unica del territorio siciliano, la Tuma Persa appunto, prodotta da un unico caseificio a Castronovo di Sicilia in provincia di Palermo.
L’idea è venuta ad Andrea Graziano imprenditore catanese, che ha ideato l’hashtag “#savetumapersa” per sensibilizzare chi potrebbe e dovrebbe intervenire per non far perdere un patrimonio così importante.
Tuma Persa: perchè è unico
La Tuma Persa è formaggio siciliano che unisce la tradizione antica e le nuove tecniche di produzione. Il nome “persa” deriva dal periodo di stagionatura, quando il formaggio viene “abbandonato” dopo essere messo nelle forme per circa dieci giorni trascorsi i quali viene lavato dalla muffa che nel frattempo si forma e che gli dà il gusto così particolare rendendolo unico.
La crosta è giallo-ocra, la pasta tenera e compatta e il sapore è tra il dolce e il piccante ma mai salato, con un retrogusto aromatico che ricorda vagamente i formaggi erborinati.
La crisi del caseificio di Salvatore Passalacqua, che ricordiamo essere l’unico produttore rimasto, è stata causata da una frana dopo le alluvioni dello scorso 3 Novembre, una situazione che rende impossibili i collegamenti tra il piccolo caseificio e il resto della Sicilia.
Ma il mondo del food siciliano e non solo non può perdere una tipicità e un prodotto unico, Passalacqua produce da 18 anni circa ottomila forme l’anno e le esporta in Italia e all’estero.
Gli chef che hanno aderito all’iniziativa
Sono tantissimi gli chef e gli operatori che hanno raccolto l’invito a partecipare alla campagna: Fabrizio Carrera, Pino Cuttaia, Tony Lo Coco, Martina Caruso, Andrea Graziano, Valentina Chiaramonte, Gioacchino Sensale, per fare alcuni nomi.
Partecipare è facile: prendi un foglio, un cartello o quello che vuoi e scrivi #Savetumapersa, fai una foto o un video e mettici la faccia, ricondividi il tuo contenuto sui social utilizzando l’hashtag #Savetumapersa.
La soluzione pensata è quella di realizzare un ponte provvisorio che potrebbe essere installato affittandolo a 7000 euro al mese, spesa troppo alta per essere sostenuta da un privato.
Per cui, dopo un mese in cui Passalacqua ha provato ad andare avanti lo stesso trasportando il latte per chilometri a piedi, tra una settimana, l’azienda ha deciso di chiudere i battenti. Ma la mobilitazione lascia ben sperare in un lieto fine.
La battaglia per salvare la Tuma Persa è appena iniziata!!