PALERMO. Oltre cento giorni. La più lunga d’Italia in assoluto. Questo a testimonianza che la Sicilia non è semplicemente una regione, ma un vero e proprio continente vitivinicolo. Quella che è appena iniziata con la raccolta delle uve basi spumante è una vendemmia che registra un piccolo calo di produzione, ma che offre certezze di ottima resa qualitativa.
Vendemmia, l’opinione di Rallo
«La vendemmia è partita gli ultimi giorni di luglio con le varietà precoci e arriveremo fino all’autunno con le altitudini più elevate dell’Etna – sottolinea Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. Quella del 2022 si preannuncia con un 10-15 % di produzione in meno rispetto al 2021, ma molto soddisfacente per l’ottima qualità delle uve».
Il quadro in Sicilia
Questo piccolo deficit di produzione è conseguenza del ridotto peso del frutto. L’autunno 2021 è cominciato con un novembre piovoso che ha mantenuto umido il suolo fino alla ripresa vegetativa della pianta. Andamento meteo regolare fino a febbraio, quando è cominciato il freddo. All’arrivo della primavera la pianta è rimasta fresca. Nessuna gelata per fortuna. La scarsa umidità ha impedito la diffusione di malattie come peronospora e oidio.
Il ciclo vitale, quindi, ha ritardato di circa dieci giorni rispetto alle attese, ma la fioritura è stata piena e l’allegagione ottima. In generale si può registrare che le condizioni climatiche, ventilate e fresche fino a maggio, hanno generato piante e frutti sani e generosi.
Da metà maggio regolarità stagionale. La pianta è cresciuta bene, la qualità delle uve è ottima. Per le varietà base spumante e per quelle con un intervallo più corto di maturazione è prevedibile una raccolta in linea con il 2021.
Uve eccellenti e sane, dunque, e ottimo stato vegeto-produttivo. La vendemmia è già iniziata nelle province di Trapani e Palermo. Si è partiti con le basi spumante. Seguiranno Chardonnay e il Sauvignon Blanc. Poi i vitigni autoctoni.
Il parere dei produttori
«Nonostante il caldo, possiamo dire che sia quantitativamente sia qualitativamente le uve sono eccellenti», commenta Filippo Buttafuoco, agronomo di Cantine Settesoli, che ha inaugurato la vendemmia con la raccolta del Pinot Grigio.
«Le piante hanno utilizzato molte delle riserve accumulate durante il periodo invernale. In questo momento non notiamo stress idrici», aggiunge Francesco Spadafora, titolare dell’azienda Dei Principi di Spadafora.
Per Alessandro di Camporeale: «Nel complesso le quantità si attestano nella media e la qualità è molto elevata, data l’assenza di malattie».
Ottima la qualità anche per l’azienda Duca di Salaparuta: «Non registriamo diminuzione di quantità e qualità per le uve autoctone».
Al via la vendemmia anche nella tenuta di Contessa Entellina di Donnafugata, con la raccolta delle basi per il Metodo Classico. «Le premesse della vendemmia 2022 a Donnafugata sono buone grazie alle condizioni climatiche regolari che si sono registrate finora e alle pratiche agricole sostenibili orientate alla qualità messe in atto».
«I dati delle ultime due vendemmie, con una qualità sempre più alta, e le previsioni della vendemmia 2022 – commenta Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, confermano che la Sicilia mostra buona resistenza rispetto ai cambiamenti climatici, grazie alla sua posizione nel cuore del Mediterraneo, ai suoi microclimi, terroir e varietà indigene. Assovini Sicilia è portavoce e pioniera nel guidare con nuovi modelli il futuro della vitivinicoltura siciliana e svilupperà nuove conoscenze e know-how in grado di affrontare le sfide in legate al climate change».
Se la siccità sta falcidiando il Nord, la Sicilia mostra caratteri di resilienza. «L’agricoltura siciliana deve da sempre fronteggiare il problema dell’approvvigionamento idrico – afferma Aurora Ursino, agronoma siciliana, eletta migliore agronomo italiano 2021 – e, probabilmente per questo motivo, riusciamo meglio di altre regioni a fronteggiare la siccità del periodo estivo».
«Mi sento di poter affermare con certezza che i produttori siciliani stanno “virando” verso un’agricoltura sempre più sostenibile, puntando non più alle quantità, ma alla qualità delle uve – conclude Aurora Ursino. Adottare tecniche agronomiche sostenibili, nonché potature adeguate, forme di allevamento e portinnesti idonei all’ambiente pedoclimatico dell’areale, è l’unico strumento possibile per poter fronteggiare in modo adeguato la siccità e l’effetto dei cambiamenti climatici».