PALERMO. L’aperitivo al Vespa Cafè da anni rappresenta per molti palermitani un vero e proprio rito di piacere. Via dell’orologio 48 è un punto di ritrovo dove gustare portate di qualità. Ma il Vespa Cafè non è solo un locale, è anche un marchio per eventi di qualità.
I segreti di questo successo? Ce li racconta Giuseppe Maria Ciulla, meglio noto come Peppe Ciulla, il trentaquattrenne patron e ideatore del creativo aperitivo in città.
La storia del Vespa Cafè
«Mi occupavo d’altro – raconta Ciulla -. Gestivo il laboratorio di una gioielleria, in un vicolo adiacente alla via Dell’orologio e all’originario Vespa Cafè, di fronte “Al siciliano”, entrambi al tempo di proprietà di mio zio. Spesso, Piero Pitarresi, già barman del Vespa Cafè, si fermava davanti al mio laboratorio e scambiavamo quattro chiacchiere. Un giorno mi chiese: “Ma perché non vieni a darci una mano?”.
All’inizio per me era impensabile intraprendere una strada del genere, ma mi lanciai con lo scopo di arrotondare. Mi occupavo delle cioccolate».
«Poi cosa è accaduto? Quando arriva il tagliere del Vespa Cafè?»
«Nel 2011 mio zio diventa unico proprietario del Vespa Cafè e mi chiede aiuto nella gestione. È qui che ho voluto cambiare l’idea dell’aperitivo, distaccandomi dalla classica proposta di aperitivo a buffet, tipico milanese».
Sorride Peppe Ciulla e prosegue «Per i palermitani non funziona. Fa effetto cavallette, tutti ci si fiondano di sopra. Una sera, ero a casa e guardavo un documentario. Sono rimasto affascinato dalle popolazioni nord africane, ove tutti mangiavano dallo stesso piatto, con le mani. L’idea che più mi entusiasmava era il vedere lo scambio e la condivisione tra i commensali. Ho voluto riportare la stessa esperienza all’interno dell’aperitivo».
«Cosa ha reso l’idea vincente?»
«Anzitutto l’atmosfera che siamo riusciti a creare, grazie a questo modo di servire l’aperitivo. Siamo riusciti a evitare lo spreco – tipica conseguenza del buffet – e distaccarci dai canoni classici dell’aperitivo, costituto per la maggior parte da salumi, formaggi ed insalata di riso. Abbiamo proposto finger food più gourmet, più particolari ed interessanti. Questo rende l’idea vincente: è un aperitivo che fa il verso alla ristorazione. C’è uno studio delle ricette e nella ricerca degli ingredienti. Ogni settimana cambia il menù seguendo la stagionalità del cibo e la mia creatività in cucina. Tutte le proposte infatti le ho prima preparate a casa, facendo fare da cavia i miei amici e parenti».
«A proposito del bar…»
«Nel 2014 il Vespa Cafè, diventa del tutto mio e lo gestisco con mio fratello Enrico Ciulla che mi coadiuva nell’amministrazione, essendo tecnico d’igiene, prevenzione e sicurezza sul lavoro. Da quando è diventato mio del tutto ho potuto spiegare le ali. Ho avuto finalmente un foglio di carta bianca dove poter disegnare e ho potuto far uscire il bambino che c’è in me. È così che il Vespa Cafè diventa un vero e proprio contenitore di idee, come quella di avere un bar ricercato e all’avanguardia. Sul campo ci sono davvero tanti competitor a Palermo, motivo per il quale abbiamo cercato di distinguerci colmando una mancanza: il gin. È così che ho trasformato il Vespa Cafè in un vero e proprio gin bar. Dopo 4 anni, ho un primato sul punto, perché ho più di un centinaio di etichette di Gin fisse in bacheca».
«Quanto c’è di Peppe Ciulla nel Vespa Cafè?»
«Tutto! Peppe Ciulla è il Vespa Cafè. È il mio parco giochi ed è per questo che mi piace organizzare numerosi eventi collaterali, come il capodanno. Rispecchia la mia voglia di divertirmi, la mia golosità e la mia leggerezza. La mia casa. Io ho volato con le mie ali. Mio zio mi ha aiutato tanto, certo. Mi ha dato il trampolino, ma da quando ho fatto il salto ho volato da solo» .
Si corregge immediatamente e prosegue: «Anzi senza il mio staff non avrei potuto realizzare tutto questo. Senza il mio barman, Pietro Pitaressi, il Vespa non potrebbe esistere. Io devo tutto a lui, è stato lui ad incentivarmi nell’intraprendere questa avventura. È il mio braccio destro, il cuore pulsante del Vespa, colui che mi supporta e mi sopporta. A volte penso che sia più suo che mio questo posto».
«Ti hanno mai chiesto di aprire un franchising?»
«Tantissime volte. Ma l’atmosfera e l’anima di questo locale non si può replicare, motivo per il quale non aprirà mai un altro Vespa Cafè. Differentemente dal figlioletto aperto quest’anno, il vespa &go, la cui gestione è interamente affidata ai miei due fratelli, uno di sangue Enrico Ciulla – e uno di fatto – Giorgio La Monica – che invece può essere soggetto a franchising per come è stato ideato. È quell’assaggio del Vespa che potrebbe essere divulgato».
«Ci sono novità in vista?»
«Possiamo solo dirvi che dopo 7 anni di dura ricerca, abbiamo finalmente trovato uno sfogo estivo. L’unica esperienza estiva l’ho fatta a Pantelleria. E’ stata una bella stagione ma per scelte di stile di vita ho dovuto interrompere. Ma finalmente abbiamo trovato il Season, qui a Sferracavallo, un punto mare, un lido del Vespa Cafè. Ma non possiamo svelarvi altro».
Vespa Cafè
Via Orologio, 48
90133 – Palermo
https://m.facebook.com/vespacafepalermo/