Vinitaly 2024, focus su progetto di sviluppo degli spumanti siciliani 0

Verona. Sono 80 aziende e producono 150 etichette per un totale di circa 1,9 milioni di bottiglie di spumante. Il comparto degli spumanti siciliani si riassume in questi i numeri snocciolati all’ultimo Vinitaly dall’Istituto regionale Vino e Olio di Sicilia, che in questo importate palcoscenico di settore ha lanciato un progetto di ricerca su “sviluppo di spumanti di alta qualità a forte caratterizzazione territoriale”.

L’iniziativa presentata al Vinitaly

L’iniziativa è stata presentata ieri nel padiglione Sicilia del Vinitaly: “L’Istituto – ha dichiarato il direttore di Irvo, Gaetano Aprile – ha intenzione di valorizzare un segmento produttivo poco consolidato in Sicilia, ma con enormi prospettive di sviluppo”.

E c’è anche un significativo valore sociale legato all’iniziativa. Infatti, la prima parte dell’esperimento coinvolge una cooperativa sociale che gestisce dei terreni confiscati alla mafia.

Il progetto Irvo, in collaborazione con il Crea, partito nel 2023 con una prospettiva di 5 anni, prevede la sperimentazione di nuove tecniche di spumantizzazione di alcuni vitigni siciliani: il Catarratto (già prodotto in due diverse versioni e offerto in anteprima al Vinitaly con una degustazione guidata da Stefano Cosma, direttore di Bubbles Italia) a cui seguiranno nei prossimi step anche Grillo, Nerello Mascalese, Zibibbo e Perricone.

E, come sottolineato da Antonio Sparacio, dirigente Irvo responsabile del settore Ricerca, in Sicilia ci sono 80 aziende che producono 150 etichette per un totale di circa 1,9 milioni di bottiglie. Ma questo numero rappresenta appena l’1% del totale della produzione di vino a livello regionale e altrettanto rispetto al totale degli spumanti in Italia.

“C’è una doppia esigenza di cambiamento, climatico e di mercato, che ci porta ad aggiornare la strategia della Regione – afferma l’Assessore all’Agricoltura Luca Sammartino – partendo dalla considerazione che le bollicine non è detto che le sappiano fare bene solo in Veneto: in Sicilia c’è una tradizione anche su questo prodotto e adesso, grazie al lavoro alacre e attento di Irvo, si può sperimentare uno spumante siciliano di qualità che catturi le fasce più giovani del mercato”.

L’impatto sociale del progetto nei luoghi confiscati alla mafia

In questo progetto c’è poi il valore aggiunto che una delle prime sperimentazioni sul Cataratto è stata realizzata sui terreni della coop Verbumcaudo a Polizzi Generosa (Palermo).

“Si tratta di una delle prime confische di beni alla mafia, in particolare appartenuti a Michele Greco detto ‘U Papa, sui cui per primo indagò Giovanni Falcone”, ha spiegato Luca Li Vecchi, presidente della cooperativa.

L’olio siciliano, numeri in crescita per la certificazione IGP

Due mila tonnellate all’anno la quantità di olio siciliano certificato. E l’Igp rappresenta circa il 10% dei 160 mila ettari di uliveti nell’Isola.

L’edizione 2024 del Vinitaly segna un momento importante anche per l’olio siciliano. Grande successo per la degustazione organizzata dall’Irvo di Sicilia nel padiglione Sol di Vinitaly 2025. Protagoniste cinque etichette delle 25 che espongono nello spazio dell’Olio extravergine d’oliva Ipg Sicilia.

“I dati, nonostante l’ultima annata difficili, sono sempre più confortanti, afferma Michele Riccobono, responsabile dell’Unità operativa di Controllo e certificazione dell’Olio Igp – La quantità di olio Igp certificato si aggira sulle 2 mila tonnellate l’anno”.

E attualmente l’Igp rappresenta circa il 10% dei 160mila ettari di uliveti nell’Isola, ma il trend è sempre in crescita. “L’impegno dell’Istituto – conclude Gaetano Aprile, direttore dell’Irvo – proseguirà in termini di certificazione della qualità, ma anche di sostegno e di valorizzazione all’eccellenza della produzione di olio siciliano, anche perché abbiamo capito che questo rappresenta un settore con enormi margini di mercato non soltanto in Italia”.

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