Vinitaly ’23, Doc Sicilia: prosegue il progetto per valorizzare il vigneto dell’Isola 0

VERONA. Al Vinitaly 2023 prosegue la nobile mission del Consorzio di Tutela Doc Sicilia per custodire nel tempo il “Vigneto Sicilia” e valorizzare l’identità dei vini siciliani.

Al Vinitaly Doc Sicilia
e il progetto valorizzazione vitigni siciliani

Custodirlo, produrre viti siciliane dotate di certificazione che ne attesti l’integrità sanitaria e l’identità varietale, dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani sono gli obiettivi del progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo”, promosso e sostenuto dalla Doc Sicilia in partnership con la Regione Siciliana, l’Università di Palermo e il Centro regionale per la conservazione della biodiversità viticola ed agraria “F. Paulsen”. 

Gli aggiornamenti relativi al progetto in corso sono stati presentati nel corso di un appuntamento, nella Sala Hall Meeting della Regione Sicilia, “L’identità del vigneto Sicilia – Il vivaio Paulsen e la valorizzazione del germoplasma viticolo siciliano”.

Dopo i saluti del Presidente Consorzio DOC Sicilia Antonio Rallo, sono intervenuti il Dirigente Area II Programmazione Dipartimento regionale Agricoltura Vincenzo Pernice, il Presidente dell’Accademia italiana della vite e del vino Rosario Di Lorenzo, la Consulente Agronomica del Progetto Lorenza Scianna.

«I risultati del lavoro della comunità scientifica dell’ateneo di Palermo – ha affermato l’Assessore dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea Luca Sammartino – insieme al Dipartimento Regionale e al Consorzio di Tutela DOC della Sicilia sono straordinari.

«È un patrimonio che oggi mette al centro l’albero genealogico dei vini siciliani – continua Sammartino – e istituisce un registro che potrà essere utilizzato da tutti i viticoltori siciliani per esaltare la biodiversità delle produzioni dei nostri territori e riconvertire alcune aree della Regione in aree produttive.

«Siamo a pochi giorni dal prossimo Vinitaly – continua – dove la Regione Siciliana cercherà di promuovere il proprio brand e posizionarsi sempre più in alto sui mercati, nonostante la contrazione subita dall’export italiano».

Ritorno al passato

Il progetto ha lo scopo di conservare la biodiversità generata dai tremila anni di viticoltura nell’isola e le sue varietà autoctone e di intervenire a monte della filiera vitivinicola, dotando i vivaisti di materiale di base da cui ottenere un prodotto certificato da fornire alle aziende.

Lavorando con viti di cui è certa l’identità varietale e l’integrità sanitaria, è possibile dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani.

«Tra i nostri impegni prioritari c’è quello di dedicarci alla conservazione della biodiversità generata dai 3.000 anni di viticoltura nell’isola – sottolinea il presidente del Consorzio Vini DOC Sicilia Antonio Rallo. Compito del Consorzio è anche quello di tutelare i vitigni che possono rappresentare al meglio la ricchezza ampelografica dell’isola. Il progetto a sostegno del “Vigneto Sicilia” diventa quindi per noi centrale per lo sviluppo dell’enologia siciliana in modo coniugare tradizione e alta qualità in uno scenario in continua trasformazione». 

Nella prima annualità del progetto sono stati costituiti tre barbatellai con materiale iniziale fornito dal vivaio Paulsen sottoposto preventivamente a test di laboratorio per accertare la purezza varietale e l’assenza di virosi. Al momento i campi ospitano 10 cloni di  varietà siciliane omologate dalla Regione Sicilia, ovvero, Perricone, Alicante, Nerello Cappuccio, Nero d’Avola, Carricante, Greganico, Grillo, Zibibbo, Catarratto, Moscato bianco).

Nel 2023, però, sono state poste le basi per iniziare l’iter di clonazione anche di altri biotipi di cui si vuole tracciare il profilo agronomico ed enologico e ancora varietà “minori” come Minnella Nera, Nerello Cappuccio, Nocera, Alicante e varietà “reliquie”, ovvero Vitrarolo, Recunu, Orisi, Lucignola). Le aziende siciliane avranno dunque a breve la possibilità di acquistare materiale certificato di varietà autoctone presso i vivaisti locali.  

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