CASTIGLIONE DI SICILIA (Ct). Artigianalità, creatività e innovazione. Sono questi i grandi valori per José Rallo che hanno ispirato questo nuovo prodotto di Donnafugata, assieme al cru Etna Rosso “Contrada Marchesa” e ai due vini proposti insieme a Dolce&Gabbana, il rosato “Rosa” ed il “Tancredi” in limited edition. Si chiama Dea Vulcano il nuovo rosso dell’azienda siciliana ed è frutto di una viticoltura di montagna che unisce la solarità siciliana al clima continentale dell’Etna. Siamo sopra i 700 metri sul livello del mare, “sospesi” tra cielo e terra, in un appezzamento di circa 20 ettari. La composizione del suolo lavico ha tessitura sabbiosa e una buona dotazione organica. Profondo, ricco di minerali, il suolo lavico permette una forte espansione radicale. Questa area a Nord dell’Etna è caratterizzata da precipitazioni inferiori alle medie degli altri versanti. Estati fresche con forti escursioni termiche tra giorno e notte. L’allevamento è ad alberello o controspalliera con potatura a cordone speronato e ha una densità di circa 4.500 piante per ettaro con rese di 45-65 q/ha. Dea Vulcano è generato da un’attenta selezione di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio tra i vigneti più giovani. Il risultato è un’esuberante freschezza e fragranza di frutto, corroborata anche dalla fermentazione in acciaio e da un affinamento svolto prevalentemente in vasche di cemento e solo in parte in legno di rovere. Nasce così un vino versatile, che sorprende. Ed entra di diritto dentro “Impronte di Territorio”, la “collezione” di Donnafugata a cui già appartengono Bell’Assai, Sul Vulcano rosso e rosato, e Floramundi. «La 2018 – afferma Antonio Rallowinemaker dell’azienda di famiglia – è stata una tipica annata etnea con piogge tra la metà di agosto ed i primi di settembre che hanno esaltato freschezza e aromaticità. Le settimane successive particolarmente asciutte, insieme alla scelta di effettuare alcuni diradamenti, hanno favorito la produzione di uve sane e ben mature che abbiamo vendemmiato tra il 5 ed il 12 ottobre». Il lancio di questi nuovi prodotti, le campagne social per sostenere enoteche e ristoranti sul delivery e la crescita delle vendite online hanno permesso a Donnafugata di equilibrare in buona parte la riduzione dei consumi fuori casa dovuta alla pandemia. I prossimi mesi saranno ancora contrassegnati dal protrarsi delle difficoltà e ciò impone un ripensamento all’approccio del mercato, specie per quanto concerne il consumatore finale che ha cambiato abitudini e occasioni di consumo. «Quello che abbiamo davanti è uno scenario decisamente impegnativo – dice José Rallo – ma pensiamo che lo spirito di innovazione di Donnafugata potrà darci gli strumenti per guardare con fiducia al futuro». Abbiamo assaggiato questo Dea Vulcano 2018. Innanzitutto l’etichetta: bellissima. Per Donnafugata ormai una consuetudine calamitare la prima attenzione sulle sue etichette d’autore. È proprio l’illustratore Stefano Vitale, infatti, che interpreta l’Etna come il mito della Dea Vulcano, figlio di Urano e Gea, frutto divino della fusione tra cielo e terra: chiome fiammeggianti tra le nuvole e radici nelle profondità della terra. Dea Vulcano a cui in tempi remoti si offrivano libagioni di vino ed erbe odorose. Fermentazione in acciaio, tra gli 8 e i 10 giorni di macerazione, affina per 14 mesi tra cemento e barriques di secondo e terzo passaggio. Infine 10 mesi di bottiglia. È rosso rubino scarico. La quasi trasparenza e la rada matrice antocianica è un must per gli Etna. I profumi seducono. La frutta rossa giovane, le fragoline di bosco e i lamponi spingono. La violetta e la rosa canina compongono i ricordi floreali a quali si uniscono una solleticante pungenza di spezie nere che si accomoda sulla tenerezza del tabacco dolce. Al palato è vispo, quasi esuberante nella sua struttura delicata. Succoso, fresco, fragrante, ha nella gentilezza dei suoi tannini e nell’equilibrio tra durezze e morbidezze la sua godibilità, la sua seduzione di beva.
Un vino eccellente, dissetante e fresco che ha in almeno un lustro il suo sicuro potenziale di conservazione. Ideale per appagare la curiosità dei millennials non necessariamente esperti, ma che sono attenti alla qualità. Molto versatile con gli abbinamenti al cibo. A nozze con salumi e formaggi da freschi a semistagionati; perfetto con verdure o funghi; singolare ma centrato l’abbinamento con una tagliata di tonno rosso, pomodorini e rucola.